“È necessario che le massime istituzioni del Paese si attivino con urgenza nei confronti delle autorità turche per garantire la tutela dei diritti di un proprio cittadino, nonché di un professionista di altissimo spessore e valore civile”. Questo il messaggio lanciato oggi a gran voce, in conferenza stampa in Senato, da Andrea Segre, Valerio Mastrandrea, Daniele Vicari, Concita De Gregorio, Rachele Masci, Giovanni De Mauro che insieme al senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama dove hanno incontrato il presidente Pietro Grasso l’appello rivolto alle istituzioni per chiedere il massimo impegno per la liberazione di Gabriele del Grande, fermato il 9 aprile scorso in Turchia mentre faceva il suo lavoro e al quale, finora, non sono stati formalizzati i motivi dello stato di fermo né formulato alcun capo di imputazione. Tra i primi a raccogliere e firmare l’appello il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Beppe Giulietti e noi di Articolo 21.
“Invitiamo a seguire con la massima attenzione una vicenda che si è rivelata più complicata di quanto pensassimo. Chiediamo in particolare che il nostro ambasciatore ad Ankara possa incontrare il prima possibile o avere almeno un colloquio esauriente e riservato con Gabriele Del Grande”.
Così il senatore Manconi ha dato il via alla conferenza. “Chiediamo un medico di fiducia dell’ambasciata che lo possa visitare, e che un avvocato di fiducia turco, che è stato già indicato, possa incontrare Del Grande, avere accesso agli atti giudiziari ed essere messo a conoscenza di quali siano le accuse formalizzate nei suoi confronti, perché su tutto questo fino ad ora non c’è stata chiarezza” ha aggiunto Manconi. “Peggio, non è stato comunicato alle autorità italiane il fatto che non fosse più laddove si trovava cinque giorni fa”.
“E’ una vicenda molto delicata. Noi siamo e saremo strumento di quello che sarà deciso: siamo a disposizione delle scelte dei legali e della famiglia di Gabriele. Credo che in questa fase ogni iniziativa individuale possa essere pericolosa- ha detto Giulietti – Ora dobbiamo evitare l’oscuramento. Malgrado quello che alcuni dicono, spegnere i riflettori non è mai un bene. Noi ci uniamo alla vostra iniziativa convinti che una voce unica sia più forte di tante isolate, evitando ogni forma di protagonismo che rischia di essere controproducente. Il nostro lavoro, come Fnsi, è quello di impegnarci per la liberazione di Gabriele come di tutti i colleghi giornalisti stranieri e turchi che ancora sono rinchiusi in galera e non possono fare il loro lavoro”.
Tra gli intervenuti, anche Concita De Gregorio che ha ricordato di aver voluto Gabriele Del Grande tra i collaboratori dell’Unità ai tempi della sua direzione. “Ci sono giornalisti embedded e quelli freelance. Questi ultimi svolgono un lavoro cruciale e vanno difesi dalla collettività. In questi giorni c’è stato un silenzio stranissimo, una certa prudenza istituzionale quasi non si volesse irritare il governo turco. Ma il nostro mestiere non passa dagli interessi dei governi. Il governo italiano deve rappresentarci e il silenzio di questi giorni – ha concluso De Gregorio – non mi rappresenta”.
“Conosciamo Gabriele del Grande da molti anni, abbiamo condiviso con lui viaggi, inchieste, racconti, avendo l’onore e il piacere di apprezzare la professionalità e l’umanità con cui ha sempre condotto le sue ricerche – hanno ricordato nei loro interventi Valerio Mastandrea, Andrea Segre e Daniele Vicari – il suo contributo alla democrazia del nostro Paese è da anni di enorme valore, grazie alla sua capacità di incontrare, conoscere e capire realtà diverse e complesse, grazie alla sua lucidità nel saper collegare responsabilità politiche a quotidiane ingiustizie subite da uomini e donne delle tante culture che vivono nell’Italia e nel Mediterraneo di oggi. Leggere e vedere le storie raccontate da Gabriele aiuta l’Italia, e non solo, ad essere un Paese più civile”.
Durante la conferenza si e’ anche parlato dell’ultimo progetto di Gabriele sul conflitto siriano “un altro importante tassello di questo lungo percorso di ricerca e civiltà” hanno sottolineato gli amici di Del Grande che chiedono a tutti di sottoscrivere l’appello affinché “Gabriele torni quanto prima libero e possa riacquistare i suoi diritti di cittadino e giornalista”.
È possibile inviare la propria adesione all’indirizzo iostocongabrielelibero@gmail.com.