Verona. In un mercato editoriale in crisi per le spese insostenibili, costellato da alcuni editori truffaldini e lettori sempre più oziosi e confusi dalle fake news delle reti sociali, sembrerebbe impossibile credere ancora nella letteratura e la saggistica veraci. Invece, sul tutto il territorio nazionale esistono ancora alcune realtà come la casa editrice no profit Aletheia che, con una mentalità completamente social e non priva di rischi, cercano di arrivare ai lettori con proposte editoriali nuove che puntano sul crowfunding e la diffusione dei libri attraverso l’uso di Facebook.
Come descriverebbe il panorama editoriale italiano?
Il panorama editoriale italiano, come direbbe Fantozzi, è una “cagata” pazzesca. Scrivo più o meno da quando ho dieci anni e ho inviato le mie proposte a moltissimi editori nazionali che nel complesso si aggirano fra i 7.500 e i 10.000. La risposta peggiore che ho ricevuto è una cifra immensa per avere a casa dei libri invenduti; le migliori sono state quelle con i miei primi editori, che hanno pubblicato le mie opere e si sono impegnati realizzando la stampa, inserendomi nel loro listino internet. Ribadisco, è una situazione molto negativa ed è proprio per questo che nasce Aletheia, la mia casa editrice.
Alétheia é una casa editrice indipendente e no profit. Non pensa che ce ne siano già abbastanza? Qual è l’idea che vi differenzia dal resto?
Esistono troppo case editrici! Sono contento di definirmi come “l’ultimo arrivato” e voglio rimanere tale se poi devo diventare come tutti gli altri. La nostra pagina Facebook chiarisce che siamo un piccolo progetto indipendente, etico e no profit. Siamo diversi sia dal punto di vista dell’etica professionale, cioè non vogliamo lucrare sulla nostra attività, sia per la legge dato che siamo registrati all’Agenzia delle Entrate come associazione no profit e questo vuol dire che a fine anno tutto quello che abbiamo dobbiamo reinvestirlo. Abbiamo deciso di non guadagnarci e questo ci differenzia dal resto; se dietro un libro c’è un’idea basata solo sul profitto allora una persona che ha la possibilità economica riesce a stamparlo, però se dietro a un’opera c’è l’idea della bellezza allora il ritorno economico passa in secondo piano. Si produce per salvaguardare la verità e non per i soldi, perché un libro merita di essere stampato.
Chi sono i collaboratori che si muovono dietro le quinte di Aletheia e che ruolo svolgono nei confronti degli autori che vogliono presentare la loro opera?
I collaboratori sono tantissimi. Abbiamo fatto delle riunioni a Verona, grazie anche agli studenti della Facoltà di Comunicazione ed Editoria che purtroppo non hanno molti sbocchi lavorativi, e tantissimi ragazzi e ragazze ci stanno aiutando. Diciamo che sono una decina i collaboratori fissi con i quali mi sento quasi ogni giorno; poi ce ne sono tantissimi altri che magari ci aiutano e hanno un ruolo basilare per Aletheia, che ha bisogno di diverse figure professionali (marketing, editing, grafica, curatori editoriali ecc…) che formano una squadra fantastica.
Come funziona il sistema di PreOrder di un libro? Da quello che ho capito l’autore mette in atto una campagna di crowfunding nei confronti del pubblico…
L’idea dei Preorder è nata prima che nascesse Alétheia. L’idea di costituire una casa editrice è affiorata da una pressante richiesta di molti conoscenti e amici che mi chiedevano: “Federico come hai fatto a pubblicare tutti i tuoi libri da editori non a pagamento?”. Successe che iniziai a usare Facebook parlando con tutti del mio libro e chiedendo se gli sarebbe piaciuto acquistarlo (ho 5000 amici sul mio profilo e 15000 fan che seguono la mia pagina personale) e alla fine ho avuto tantissime richieste. Il metodo dei Preorder ci permette di stampare copie del libro (non una in più e non una in meno) salvaguardando l’ecosostenibilità con il risparmio di molta carta. Se un autore esce con noi, lo valutiamo, firma il contratto e abbiamo un mese di tempo per promuoverlo prima dell’uscita ufficiale. Quando siamo in fase di stampa abbiamo un’idea chiarissima di quante copie dovremo stampare, dando il giusto lavoro alle persone che fanno concretamente il libro (che, ovviamente, è la parte principale). Poi inizia la distribuzione, che dura per tutti i 5 anni di contratto con l’autore. Il lavoro di distribuzione avviene in tutte le librerie, sui social e durante gli eventi culturali come i reading. Insomma, un lavoro meritocratico dato che Aletheia non chiede soldi ne per valutare l’opera ne per fare la copertina e nemmeno per il marketing editoriale: quello che vogliamo dall’autore è l’impegno per promuovere il proprio libro prima che esca nelle librerie.
Parliamo un po’ degli autori, dato che Lei è anche scrittore. Quali sono le caratteristiche che dovrebbe possedere un autore in un mondo difficile come quello dell’editoria?
Io sono scrittore (sono contento che me lo dica!). Molti editori non sanno nulla di scrittura, si buttano nel mercato senza essere, prima di tutto, degli scrittori. Avevo voglia di fare libri per me e per i miei amici e da lì nacque l’idea (un mio amico ha una tipografia). La caratteristica più importante che deve avere un autore è l’innovazione; mi ricordo che quando leggevo Bukowski tutti mi prendevano in giro dicendomi che non era nessuno, mentre oggi ha più “like” lui che tutti i politici italiani (scherzo!). Un autore deve essere qualcosa di nuovo, c’è una generazione che sta cambiando, negli ultimi quarant’anni è cambiato tutto, la tecnologia, l’amore, la vita, il lavoro. Noi cerchiamo poeti e scrittori nuovi, che non vuol dire giovani. Cerchiamo scrittori che abbiano qualcosa da dire, che siano diversi. Ricevo tantissime opere, lo vedo subito quando mi trovo di fronte a una “buona penna”, fin dalle prime pagine. Generalmente, io e i miei collaboratori scartiamo le opere per mancanza di contenuti, per errori ortografici e per la mancanza delle forme basilari della grammatica.
Come si è ritrovato a fare l’editore dopo una lunga carriera professionale come skater?
In realtà ho sempre scritto; quando avevo dieci anni scrivevo musica, poi ho scritto un film e sceneggiature. Vado ancora in skate e sono ancora uno scrittore, faccio entrambe le cose, ho una mente e delle gambe e posso fare due cose senza problemi. Ci sono periodi che ho fatto più skate -che fra l’altro è la cultura della strada- e altri, invece, dove ho scritto di più.
Quali uscite editoriali sono previste nei prossimi mesi sotto il marchio Aletheia e dove si possono trovare?
Abbiamo tantissime richieste e nei prossimi mesi usciranno tantissimi libri. Abbiamo un distributore nazionale, quindi è veramente meritocratico anche il ruolo che ci ha dato, perché acquistando un ISBN mettiamo a disposizione i libri in tutto il mondo: se tutti gli autori e gli editori a pagamento danno questo servizio, si riempie il mercato con libri spazzatura! Noi decidiamo di fare questo a nostre spese, mettiamo in prima fila i nostri autori dato che i loro libri si possono ordinare in tutte le librerie e si possono trovare ai nostri eventi. Più o meno a occhio (senza strafare!) stiamo cercando di realizzare delle collane e per l’estate sono previste, all’incirca, una decina di libri. E’ importantissimo sapere che Aletheia è meritocratica, i contratti che vengono proposti agli autori sono firmati anche da noi membri dell’associazione, che siamo anche scrittori. Ci siamo fatti un contratto per noi, quindi è tutto molto convincente. Una volta mi dicevano: “vuoi che il tuo libro sia famoso, compra una pubblicità sul Corriere della Sera” che all’epoca costava 5 milioni e io quei soldi non ce li avevo. Sai cosa ho adesso? Ho internet e con i gruppi di Facebook io posso arrivare ovunque. Internet è la meritocrazia e noi la mettiamo a disposizione dei nostri autori, quindi vinca il migliore sperando di dare luce, per rispetto a chi legge, a quegli autori veramente meritevoli.
*Federico Faccioli è Fondatore Aletheia Editrice di Verona