Finalmente è stata approvata la dismissione anticipata della centrale termoelettrica di Genova: il Ministero dello Sviluppo Economico ha dato riscontro positivo alla richiesta di Enel e l’impianto esce definitivamente dall’esercizio. A gennaio 2017 il Mise aveva chiesto che l’impianto restasse temporaneamente disponibile fino alla conclusione del potenziale fabbisogno energetico causato da riparazioni in corso presso alcune centrali nucelari in Francia e alle condizioni climatiche. In seguito a tale richiesta, EveryOne Group metteva in atto – insieme ai Cittadini contro il carbone – una serie di azioni civili: un esposto alla Procura della Repubblica, all’Arpal e al Sindaco Marco Doria “per inquinamento ambientale e pregiudizio alla salute pubblica”, manifestazioni di piazza e una serie di appelli agli organismi dell’Unione europea che presiedono al controllo dell’inquinamento ambientale e alla tutela della salute dei cittadini. Ogni azione civile è stata suffragata da evidenze sul superamento delle soglie consentite di contaminazione ambientale, che la riaprtura del vecchio impianto avrebbe causato. Con l’insorgenza di migliaia di casi di asma, tumori, patologie vascolari.
La Commissione europea rispondeva per prima, annunciando un attento monitoraggio sulle attività della centrale. Il momento più difficile dell’azione si è verificato quando una nave ha raggiunto il porto di Genova con quttromila tonnellate di carbone destinate al riavvio dell’impianto. Dal momento dell’annuncio della possibile riapertura, EveryOne Group ha inoltre avviato contatti con il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda e soprattutto con la dirigenza dell’Enel. L’azienda ha risposto ai difensori dei diritti umani di EveryOne Group, rendendo possibile prima un importante scambio epistolare, quindi a un incontro – “storico” per la città – presso il bar bistrot Mente Locale di Palazzo Ducale. Durante l’incontro, la dirigenza Enel si impegnava ad accogliere le richieste di EveryOne Group e dei Cittadini contro il carbone e ad operare per evitare anche un solo giorno di accensione degli impianti, nonché per la dismissione anticipata della centrale, rispetto alla data ultimativa del 31 dicembre 2017.
Promessa mantenuta, che oggi salutiamo con soddisfazione, rivolgendo un sentito grazie all’azienda per la sensibilità mostrata. Altrettanto importante è stato il contributo alle azioni civili da parte di L’Altra Liguria, Genova in Comune, Greenpeace, Legambiente, TouchArt International, Lavinia Dickinson Project e i suoi poeti-attivisti. Fondamentale l’impegno di Alice Salvatori e Marco De Ferrari, portavoci Regionali Movimento 5 Stelle e dei senatori Gianni Girotto e Gianluca Castaldi, che hanno portato in Parlamento, con un’interrogazione, le istanze civili contro la riapertura dell’impianto.
“Questi sono stati i protagonisti di quella che un giornlista ha definito ‘La battaglia di Genova’,” puntualizza Roberto Malini, co-presidentre di EveryOne Group, “una battaglia nonviolenta che ha sollevato presso la cittadinanza la gravità del rischio di inquinamento, un pericolo che può ripresentarsi in qualsiasi momento ed è fratello di corruzione, malaffare, malapolitica e interessi di ogni bordo. Bisogna essere sempre vigili. In questa vicenda, vi è da dire che Enel ha assunto una posizione civile e umanitaria, rendendosi conto che la salute dei cittadini e dell’ambiente viene prima di tutto. Molte realtà politiche che avrebbero potuto aiutarci in questa difficile azione – e che oggi cercano di salire, con poco pudore, sul carro virtuoso – sono invece rimaste indifferenti. Non hanno sottoscritto i nostri appelli e hanno rifiutato persino di incontrarci per definire insieme azioni a difesa della salute pubblica. Una grande delusione, così come una parte della stampa locale, che ha sottovalutato la gravità del pericolo ambientale. Oggi però dimentichiamo tutto e festeggiamo un risultato che fa bene all’ambiente e allla popolazione di Genova e dintorni, insieme ai Cittadini contro il carbone e tutti gli amici delle energie verdi”.
*di EveryOne Group
Nelle foto, momento di un presidio contro la riapertura della centrale a carbone; il manifesto creato per l’occasione
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