I prodotti europei finiti nelle fauci di Trump, in quanto tassati oltre il doppio, hanno scatenato migliaia di veementi opposizioni non solo tra le corporate europee, ma soprattutto tra le americane.
Negli States, infatti, i nostri prodotti marchio UE impingua(va)no al massimo ed esponenzialmente molteplici business: dalla vendita al dettaglio d’ogni tabella merceologica alla grande ristorazione/distribuzione, chicche cui anelano tutti gli statunitensi disposti a spendere un poco di più pur di godere dell’indiscussa qualità. Con Trump diventeranno prodotti di nicchia fruibili esclusivamente da riccastri bianchi e multicolor, import ed export, mono e politeisti (ché le politiche immigrazione/razza/religione/autarchiche con quelli non valgono). E dunque? Dunque che l’Europa s’attivi ad attuare la stessa politica applicando: a)supertasse a ogni prodotto esportato da colà che, date le schifezze, poco c’importerebbe b)stratoferische tasse di soggiorno ai turisti statunitensi agevolati però negli acquisti che farebbero qui…
Ahi serva Europa, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!? Esticazzi!