Doppio attentato contro i cristiani copti in Egitto, mentre i fedeli erano riuniti per celebrare la domenica delle Palme. Due kamikaze si sono fatti esplodere prendendo di mira altrettante chiese a Tanta e ad Alessandria, uccidendo almeno 45 persone e ferendone oltre 70. Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità degli attacchi, tramite l’agenzia ad esso vicina Amaq che ha parlato di un’azione condotta da un “gruppo di sicurezza appartenente all’Isis”.
La strage arriva tre settimane prima della prevista visita di papa Francesco in Egitto, dove è atteso il 28 e 29 aprile. Durante la messa in vista della Pasqua, davanti a migliaia di fedeli in Vaticano, il pontefice ha condannato gli attacchi e augurato: “Possa il Signore convertire i cuori di chi semina terrore, violenza e morte”. Il primo attentato è avvenuto nella chiesa di Mar Girgis a Tanta, secondo fonti di sicurezza citate dai media locali da un attentatore kamikaze che si è fatto esplodere nelle prime file di fedeli durante una funzione religiosa. Tanta si trova a 120 chilometri a nord del Cairo, che assieme ad Alessandria ospita una cospicua rappresentanza di cristiani copti, che in Egitto rappresentano il 10% della popolazione. Secondo l’ultimo bilancio del ministero della Salute, i morti sono stati 27, 78 i feriti.
Poco dopo, un altro attentato è seguito di fronte alla cattedrale di San Marco ad Alessandria, dove i morti sono stati almeno 18. Anche in questo caso è stato un kamikaze, hanno dichiarato le autorità, il quale non è però riuscito a entrare nella chiesa al cui interno aveva celebrato la messa il papa copto Tawadros II. L’attentatore è stato infatti bloccato da poliziotti e militari addetti alla sicurezza, che non gli hanno permesso di introdursi nell’edificio. Tre membri della sicurezza sono tra le vittime, mentre i feriti sono in tutto 35. Lo scorso 11 dicembre 28 fedeli della minoranza cristiana copta erano stati uccisi in un attentato suicida in una chiesa al Cairo, in un attacco rivendicato dal ramo locale dello Stato islamico. Gli estremisti avevano minacciato: “Che tutti gli infedeli e apostati in Egitto e in ogni luogo sappiano che la nostra guerra contro gli idolatri continua”. E a febbraio lo stesso gruppo estremista aveva diffuso un video in cui prometteva che “il peggio” dovesse ancora venire.
È dal 2013, dopo il golpe che destituì il presidente islamista Mohammed Morsi, che i jihadisti hanno lanciato un’ondata di violenze contro i cristiani copti in Egitto, prendendo di mira soprattutto le loro chiese e sedi. Il premier, Sherif Ismail, dopo gli attentati odierni ha commentato a On Tv: “Si tratta di un atto terrorista crudele, ma sradicheremo il terrorismo dall’Egitto e abbiamo la determinazione per mettere fine ai gruppi terroristi”. E il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato agli ospedali militari di accogliere i feriti, e ha convocato una riunione del Consiglio nazionale di difesa per discutere la situazione e le misure da adottare in rirposta alle violenze. Il papa copto ha detto, parlando alla tv locale, che questi “atti insensati non mineranno l’unità e la coerenza del popolo egiziano di fronte al terrorismo”.