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Dalla scienza e ambiente all’informazione: i No a Trump

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Stavolta si parte dall’ultim’ora: le reazioni all’imminente avvio dell’iter legale contro WikiLeaks e Julian Assange da parte delle autorità Usa e all’incontro fra Donald Trump e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Rispetto al primo evento, forte l’eco su testate progressiste e sui social media, dove si sottolinea un punto cruciale: “Assange potrebbe diventare il primo giornalista dell’epoca moderna a essere processato dai giudici americani per aver pubblicato informazioni segrete”, scrive Wired interpretando il sentimento generale. Da cui l’inevitabile corollario, cioè che la manovra potrebbe rivelarsi una seria minaccia alla libertà di stampa nel suo insieme – come non manca di sottolineare pure Edward Snowden.

Mentre James Goodale, avvocato difensore del New York Times nel processo dei Pentagon Papers del 1971, ritiene che il Dipartimento di Giustizia non abbia elementi probatori per l’incriminazione, su Twitter la gran parte degli interventi è decisamente a favore di WikiLeaks e contro l’eventuale estradizione di Assange. Il caso è appena agli inizi, anzi neppure formalmente aperto, ma di certo opinione pubblica e media ne seguiranno gli sviluppi con molta attenzione… continua su vociglobali


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