La Festa della Liberazione ricorda la ritrovata Libertà dopo il fascismo. La ritrovata uguaglianza, con la Costituzione. La ritrovata dignità con la Democrazia. Ci vuole unità e coraggio per liberarsi. E rimanere liberi. Quando invece c’è individualismo e paura, torna la dittatura. A Roma, andrò – con la tristezza nel cuore – ad entrambe le manifestazioni del 25 Aprile. Quella di Porta San Paolo e quella in ricordo della Brigata degli italiani ebrei. Tutte le componenti della Resistenza hanno diritto alla mia riconoscenza. Perché so distinguere e onorare gli ebrei che allora si batterono contro l’oppressore, dalla stato di Israele di oggi, che ruba terra e opprime i palestinesi. E non faccio confusione, mischiando passato e presente.
Vedo purtroppo che più cala il valore dato alla libertà, più perde importanza la Festa della Liberazione.
Muoiono i testimoni del fascismo, i partigiani che l’hanno patito e combattuto. E chi non ha vissuto la dittatura non percepisce quanto sia raro poter manifestare pacificamente in piazza il proprio dissenso. Il mondo è pieno di dittature, dove chi protesta viene pestato, arrestato, rapito, assassinato, suicidato. E non c’è vaccino della storia che preservi per sempre chi ha già vissuto l’orrore del totalitarismo. Anzi, la democrazia non impedisce la propria fine, quando la vigliaccheria privata di molti delega il coraggio pubblico ad un solo uomo. Allora inizia la notte e… “una mattina, mi son svegliato, ed ho trovato l’invasor”.
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