In occasione della guerra di Liberazione dal fascismo e dal nazifascismo per la prima volta anche in Italia la partecipazione attiva delle donne diviene massiccia e significativa. Secondo le stime dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, durante la Resistenza vi sono state:
70.000 donne organizzate nei Gruppi di Difesa della donna; 35.000 donne partigiane combattenti; 20.000 donne con funzioni di supporto; 4.563 arrestate, torturate e condannate dai Tribunali fascisti; 2.900 giustiziate o uccise in combattimento;
2.750 deportate in Germania nei lager nazisti; 1.700 donne ferite; 623 fucilate e cadute; 512 Commissarie di guerra;
19 medaglie d’oro e 17 d’argento.
Tra di loro troviamo alcune figure storiche della Resistenza: Teresa Adele Binda, Irma Bandiera, Ines Bedeschi, Gina Borellini, Livia Bianchi, Carla Capponi, Cecilia Denagutti, Paola Del Din, Anna Maria Enriquez, Gabriella Degli Esposti Reverberi, Norma Pratelli Pa- renti, Tina Lorenzoni, Ancilla Marighetto, Clorinda Menguzzato, Irma Marchiani, Rita Rosani, Modesta Rossi Polletti, Virginia Tonelli, Vera Vassalle, Iris Versari e Joyce Lussu.
Ma siccome il numero delle resistenti non si è limitato certo a quelle insignite della medaglia d’oro, vale la pena di ricordarne almeno altre quattro, fra le tante.
Francesca Laura Wronowski, classe 1923, nome di battaglia “Laura”, milanese, figlia di una ricca famiglia aristocratica di origine polacca, staffetta partigiana tra la Liguria e l’appenino emiliano.
Giovanna Marturano (1912-2013), romana, figlia degli antifascisti Marturano Pintor. Nel 1936 a Milano aderisce al Pci clandestino e va a lavorare in fabbrica prima di essere arrestata. Nel 1941 sposa nel carcere di Ventotene il confinato Pietro Grifone, e una volta tornata a Roma, entra nella Resistenza meritando la medaglia al valore per la sua partecipazione particolarmente attiva nei quartieri popolari della città.
Bianca Guidetti Serra, torinese, nata il 19 agosto 1919 e morta il 24 giugno 2010 all’età di novantacinque anni. Valente avvocato e storico difensore degli operai Fiat, di Sante Notarnicola al processo milanese contro la “Banda Cavallero” e di molti militanti di sinistra degli anni ’70, e in seguito parlamentare.
Lidia Menapace, classe 1924, novarese, impegnata nelle Acli, aderente nel 1969 al Manifesto, fondatrice nel 1973 del movimento Cristiani per il socialismo, tra le voci più importanti del Movimento femminista italiano. (da “Le Indomabli”, Pagina Uno editore, 2017)