“Ehi, perché non ridate una controllatina anche alla busta del miglior attore??”. L’Oscar alla battuta più azzeccata nella sera degli Academy Awards numero 89 va a Denzel Washington. L’istrione nero si riferisce all’errore clamoroso avvenuto durante il clou della serata: l’annuncio del migliore film dell’anno. Faye Danaway, affiancata da un Warren Beatty un po’ passé, dichiara film dell’anno “La La Land”, ma in realtà ha in mano la busta sbagliata. Tutti i protagonisti di “La la land” salgono sul palco, ma il conduttore Jimmy Kimmel arriva con la busta giusta e dichiara: <C’è stato un errore, il film vincitore è “Moonlight”. Non è uno scherzo, salite sul palco>. A quel punto Denzel Washington, protagonista gigantesco nonché regista di “Fences” (“Barriere”) chiede di ricontrollare anche la busta del miglior attore protagonista, non si sa mai che abbia vinto lui, invece che Casey Affleck che ha già la statuetta in mano.
Così è. Quella di domenica sera è stata una serata mediamente divertente, con tanto di supercazzola finale. Cosa si può chiedere di più ad una notte degli Oscar?
I vincitori, come ormai saprete tutti, sono stati “La La Land” – sei Oscar sulle 14 nomination – e “Moonlight” che si è portato a casa “in corner” la statuetta per il miglior film. A “La La Land” la statuetta al 32enne Damien Chazell, il più giovane regista mai premiato dall’Academy; il riconoscimento alla migliore attrice protagonista, Emma Stone; la migliore colonna sonora al grandissimo Justin Hurwitz; la migliore canzone per “City of Stars”; la migliore scenografia; la migliore fotografia. Un po’ troppo, per i nostri gusti, ma bisogna dire che qualcosa di buono in questo musicarello c’è. E poi Hollywood era tutta per lui. Quindi, grasso che cola che il dramma all-black “Moonlight” sia riuscito a strappargli alcune statuine, come appunto la più importante, al miglior film dell’anno. Il film di Barry Jenkins si porta a casa anche il premio al miglior attore non protagonista (Mahershala Ali) e la migliore sceneggiatura non originale. Il miglior attore è proclamato Casey Affleck, fratello di Ben che si commuove in sala, protagonista del grandissimo “Manchester by the sea”, film dal cuore indipendente che, inaspettatamente, ha conquistato il mercato e la critica americana prima, ed europea poi. Al film di Kenneth Lonergan va anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Meritava di più, ma va bene anche così. Se Denzel Washington, per il suo “Barriere” rimane personalmente a bocca asciutta, pure il ruolo di sua moglie fa guadagnare un magnifico riconoscimento alla strepitosa Viola Davis. Infine, il premio al montaggio va a “La battaglia di Hacksaw Ridge”, epopea tutta pacifismo e sangue del visionario Mel Gibson.
La statuetta al miglior film straniero va a “Il cliente” di Asghar Farhadi (già vincitore con “La separazione”). Il regista iraniano è assente per protesta contro le politiche razziste di Trump, ma manda un messaggio di ringraziamenti e proteste. Nella stessa notte degli Oscar, a Londra il film viene proiettato su maxi schermo a Trafalgar Square. Iniziativa voluta dal sindaco musulmano Sadiq Khan e sostenuta da una massiccia presenza di londinesi. L’unico candidato italiano, Gianfranco Rosi con il suo documentario “Fuocoammare”, perde in favore di “O.J. Made in America”, un’epopea americana costruita intorno al caso giudiziario di O.J. Simpson. La nostra amata zucchina (“Ma vie de Courgette”, di Claude Barras) non ha vinto per l’animazione, fregata da “Zootropolis” della Disney. Pazienza, siamo certe che i nostri animatori europei ci riproveranno il prossimo anno.
E per finire, una notizia che ridà speranza a tutti noi. Dopo 21 nomination accumulate in trenta anni di onorata professione, dopo 21 quasi-infarti, il super-tecnico del suono Kevin O’Konnell finalmente ce l’ha fatta e stanotte ha sicuramente dormito stringendosi al petto l’ometto d’oro per il miglior sonoro di “Hacksaw Ridge”.