Chiesa e mafia. Un ossimoro. Un’antitesi perenne che nel 2017 impressiona ancora di più. Eppure anche in queste prime settimane del nuovo anno abbiamo assistito a due eventi in cui la Chiesa, dal Veneto alla Calabria, è rimasta coinvolta nei rapporti con le mafie. Se in Calabria, don Pino Strangio che per circa vent’anni è stato rettore del più importante santuario calabrese (per storia religiosa da un lato e per l’importanza per la ‘ndrangheta dall’altro), si è dimesso perchè risulterebbe indagato per violazione della Legge Anselmi, la norma che punisce la costituzione di associazioni segrete, e per concorso esterno in associazione mafiosa, in Veneto, invece, la curia padovana avrebbe rilasciato, violando oltre che i più basilari principi cattolici anche il diritto della Chiesa di Roma, un permesso di idoneità per il battesimo di una nipote di Salvatore Riina, figlio del capo dei capi e condannato per associazione mafiosa. Battesimo, che don Vincenzo Pizzitola ha celebrato a Corleone alla presenza di Riina junior. Due eventi assai diversi che mettono in risalto le mancanze di una chiesa poco attenta da un lato e carente nel coraggio delle scelte dall’altro. Eppure è proprio questo quello che continua a mancare. Certo, c’è chi come il vescovo di Monreale non ha perso tempo a esprimere il suo disappunto sulla vicenda che ha coinvolto la sua diocesi e che lui stesso ha definito “una scelta censurabile e quanto meno inopportuna”.
Storie di questi giorni ma non sono certo una novità. Storie che continueranno ad accadere fin quando la Chiesa non inizierà a far sul serio nel contrasto alle mafie. Storie come queste ci dimostrano quanta strada ci sia ancora da fare e quanto, la Chiesa, influenza ancora oggi la società che la circonda. Un maggiore impegno con i fatti, una maggiore attenzione al fenomeno mafioso e una preparazione ben specifica sull’argomento per i giovani preti potrebbero essere il vero volano della Chiesa nella lotta alle mafie. E’ solo con una giusta informazione da un lato e formazione dall’altro che la Chiesa potrebbe davvero fare la sua parte, incidendo, come diceva don Tonino Bello, la crosta della civiltà. Gli esempi, anche oggi, ci sono. Basta seguirli, e incoraggiarli.