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Lo strano caso di “Piccolo Mondo Cane”: censura cinquestelle nel municipio V di Roma

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Federico Fellini una volta ha detto: «La censura è uno strumento politico, non certo uno strumento intellettuale. Strumento intellettuale, invece, è la critica, che presuppone la conoscenza di ciò che si giudica e combatte». Potrebbe cominciare da qui il racconto degli episodi che nelle ultime settimane hanno visto coinvolti la giunta politica del municipio V di Roma, una parte della cittadinanza attiva del quartiere Pigneto e due registi. Potrebbe cominciare nello specifico con il 17 febbraio, quando Claudio Casale e Matteo Bennati hanno preso parte al tavolo partecipato che gestisce temporaneamente il cinema Aquila, realizzato dalla giunta a 5 stelle di Giovanni Boccuzzi e dal gruppo di cittadini riuniti per la riapertura del cinema sotto la sigla “SCCA – Spazio Comune Cinema Aquila”. Occasione in cui i due autori, come tutti gli altri registi, hanno fatto richiesta al cinema per proiettare il loro film documentario “Piccolo Mondo Cane”. La richiesta è stata ben accolta dal cinema che ha offerto al film lo spazio del 16 marzo alle ore 20,45: il documentario indipendente (e a budget zero) sull’autogestione del canile di Muratella di Roma avrebbe conosciuto per la prima volta un pubblico, all’interno della sala Magnani del cinema Aquila. Quello che è successo dopo – il veto del Municipio sulla proiezione del film, la mobilitazione del cinema a fianco dei registi, il dibattito politico, la presa di posizione degli autori – trova la sua chiave di volta in una mail inviata dall’Assessore alla Cultura e al Turismo Maria Teresa Brunetti (a nome della giunta municipale ovviamente) a SCCA in data 3 marzo 2017. All’interno della mail, la giunta, in virtù della partecipazione attiva nella gestione del cinema, ha comunicato l’impossibilità di proiettare “Piccolo Mondo Cane” per un post su facebook  (https://www.facebook.com/LavoratCaniliRM/posts/1183504565080299:0)

che avrebbe criticato l’operato della Sindaca, strumentalizzando il film. Secondo la giunta municipale, all’interno del post, scritto dagli amministratori della pagina “Io me ne occupo” – l’associazione che riunisce alcuni dei 93 ex lavoratori del canile intervistati nel documentario – sarebbero state espresse opinioni sulla Sindaca in materia di canili. Accanto ai commenti sulla Sindaca, il post invitava alla visione del documentario “Piccolo Mondo Cane”, come testimonianza senza filtro delle vicende del canile Muratella degli ultimi nove mesi di autogestione. La vicinanza – in un post su facebook – tra le istanze degli ex lavoratori e il documentario che li vede protagonisti, perciò, ha allarmato la giunta municipale e ha dato adito a un atto di censura preventiva del film, laddove la Sindaca – secondo la giunta – aveva già espresso la sua posizione in merito ai canili il giorno precedente sui canali web ufficiali e – aggiungiamo noi – non necessitava di repliche. Gli autori del documentario – che non sono ex lavoratori, non fanno parte di alcun movimento politico e hanno conosciuto l’esperienza di autogestione del canile soltanto tre mesi fa – hanno difeso, all’interno delle assemblee pubbliche svoltesi nel foyer del cinema Aquila, la loro posizione di autori apolitici, unicamente interessati alla rappresentazione del reale e alla libertà di espressione, nel rispetto delle istituzioni e delle persone che hanno preso parte al documentario.

Gli autori e i cittadini di SCCA – che si sono mobilitati subito per cercare un confronto con le istituzioni – hanno ribadito più volte l’importanza del contraddittorio, aprendo all’opzione che alla proiezione di “Piccolo Mondo Cane” seguisse un dibattito in presenza di alcune figure politiche a scelta del Movimento 5 Stelle.

Ma perché un documentario indipendente, per di più esordiente, sull’autogestione del canile comunale di Roma diventa improvvisamente una notizia e scomoda il parere delle istituzioni? E poi, quali sono gli elementi che hanno fatto credere alla giunta Boccuzzi che il documentario sul canile fosse un attacco alla Sindaca senza aver visto nemmeno il trailer (che è uscito on line soltanto una settimana dopo)? E soprattutto, è accettabile che una giunta municipale blocchi un documentario solo perché (forse) mette in discussione l’operato del sindaco? Per rispondere a queste domande bisognerebbe raccontare da capo la storia del canile di Muratella da Mafia Capitale a oggi, l’autogestione del canile e il rapporto conflittuale con la giunta capitolina (da Veltroni a Raggi) ed esplorare le politiche di gestione dei canili comunali. Aspetti che il documentario in parte accenna, ma che non rappresentano il cuore della narrazione, incentrata invece sull’esperienza della perdita del lavoro e sulla ricerca di un dialogo con le istituzioni da parte degli ex lavoratori, per ottenere l’internalizzazione del servizio.

Nella settimana successiva alla mail dell’Assessore Brunetti, la giunta municipale ha espresso il suo veto verso le proiezioni della settimana “scomoda” (13-20 marzo) adducendo come motivazione le irregolarità nella comunicazione del programma da parte di SCCA, che invece ha aggiornato settimanalmente via mail il Comune sui film che prendevano posto nel calendario delle proiezioni.

I fatti che sono accaduti dopo – il comunicato anti-censura di SCCA, la denuncia di censura degli autori su facebook, il contro-programma settimanale della giunta Boccuzzi a sostituzione di quello stabilito, le proiezioni di altri film ritenuti scomodi sull’apartheid palestinese all’esterno del cinema in segno di protesta, la diffusione della notizia sui giornali – hanno portato gli autori a voler tutelare il film da strumentalizzazioni politiche e a volerlo difendere in qualità di prodotto culturale. Durante le settimane “calde” SCCA ha portato avanti una strenua battaglia contro la censura all’interno del cinema Aquila (censura che  coinvolge – per mano del PD questa volta – anche tre film presentati da BDS, Boicotaggio, Disinvestimento e Sanzioni verso Israele) e ha trovato degli escamotages simbolici per portare avanti il programma stabilito alcune settimane fa, tramite proiezioni all’esterno o all’interno del cinema non autorizzate dal Comune. La giunta comunale, inoltre, a un giorno dalla proiezione di “Piccolo Mondo Cane”, ha annunciato sui suoi portali istituzionali un’assemblea del tavolo partecipato all’interno del cinema con inizio soltanto quarantacinque minuti prima della proiezione del documentario.

Gli autori di “Piccolo Mondo Cane”, constatando l’impossibilità di svolgere una proiezione che non desse adito a polemiche e agitazioni, hanno deciso di annullare l’evento del 16 marzo, prendendo atto del diniego del Comune, nel rispetto degli spettatori e dell’opera stessa, che non vuole trovare spazio con un atto di forza e mettersi al servizio della politica.

I giovani registi hanno più volte denunciato l’atto di censura di cui sono stati protagonisti e credono che proiettare il film senza permessi e nella polemica politica equivalga a un secondo livello di censura e un processo alle intenzioni del film.

A due ore dall’assemblea prevista alle venti del 16 marzo e a poche ore dalla comunicazione da parte del cinema dell’annullamento della proiezione, la giunta comunale ha ritirato la sua presenza dal tavolo partecipato, venendo meno a un impegno confermato il giorno prima con SCCA e con cittadini. «Criticare non è distruggere, ma ricondurre un oggetto al giusto posto nel processo degli oggetti. Censurare è distruggere, o almeno opporsi al processo del reale», concludeva Fellini, ricordandoci che l’arte ha bisogno di spazio e la politica, in qualche modo, è la morte dell’arte.

Full Disclaimer: L’autrice dell’articolo ha seguito la realizzazione del documentario dall’inizio, conosce personalmente gli autori del film e ha preso parte ad alcune delle assemblee partecipate tenutesi al cinema Aquila.


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