La nostra normativa vieta la maternità surrogata. La corte d’appello di Trento di fatto la legittima, assegnando due padri a una coppia di gemelli e cancellando così la figura materna. Abbiamo interpellato l’insigne giurista Alfonso Quaranta, che è stato presidente della Corte Costituzionale, e gli abbiamo chiesto: come può essere che una legge del Parlamento sia nei fatti aggirata o addirittura rimossa? Non si crea in questo modo un conflitto tra potere legislativo e magistratura? Questa sentenza può influenzare altri tribunali? La questione prescinde dal fatto specifico della sentenza di Trento e tocca un problema di carattere generale.
In realtà, dice il presidente Quaranta, ci sono momenti che possiamo chiamare “arresti giurisprudenziali” nei quali un’incertezza normativa rende necessario un nuovo pronunciamento del potere legislativo alla luce dei cambiamenti del costume, della società, delle scoperte scientifiche. È il caso della cosiddetta maternità surrogata. Non è la prima volta che la magistratura si è trovata a dover interpretare la legge, abbiamo un’ampia casistica a cui attingere. Ad esempio, nel primo dopoguerra, sorse il problema dei “matrimoni finti” simulati tra cattolici ed ebrei per tentare di sfuggire alle leggi razziali. Al termine del conflitto ne fu chiesto lo scioglimento e lo stato diceva: sono matrimoni regolarmente contratti non si possono annullare. Si deve alla Corte di Appello di Torino una sentenza coraggiosa che ammise la simulazione di matrimonio e permise l’annullamento. In questi casi possiamo parlare di “giurisprudenza evolutiva”.
Osserviamo che l’opinione pubblica è disorientata. Nel caso della maternità surrogata il nostro sembra il paese di Pulcinella: qui è proibita ma basta andare all’estero e il gioco è fatto.
Mi risponde il presidente che se i codici potessero essere applicati automaticamente non servirebbero i giudici: basterebbero un bel computer e un algoritmo ben studiato e le sentenze uscirebbero fuori senza problemi. Non è così: la legge va interpretata.
Questa è la giurisprudenza e dobbiamo tenerne conto. Mi chiedo cosa possiamo fare noi, Se Non Ora Quando – Libere. Credo che il nostro compito sia far sentire forte e chiara la voce delle donne. Le ragioni di chi è contrario alla pratica della maternità surrogata in quanto incompatibile con il rispetto dei diritti umani e della dignità della donne devono farsi sentire. Le istituzioni devono tenerne conto.