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Trump e il nazionalismo religioso che rilancia l’identità bianca

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Per Donald Trump la fede non ha mai contato troppo. Il presidente americano è prebisteriano, una forma di calvinismo che crede nella predestinazione e rifiuta l’idea dell’esistenza del purgatorio previsto dalla versione “cattolica” del cristianesimo. La sua fede in fondo è quella di un uomo di affari vissuto a New York negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Trump si è sposato tre volte, non ha mai fatto mistero della sua passione per le donne; fino a pochi anni fa si dichiarava aperto a tutte le scelte sessuali dell’uomo e conta tra i suoi amici molti gay-è stato il primo candidato repubblicano che nel discorso di investitura alla Convention finale ha detto di voler “proteggere la nostra comunità Lgbtq”.

“Se faccio qualcosa di sbagliato, cerco di rifarla giusta. Non chiedo mai a Dio di intervenire e perdonarmi, ha detto una volta  a definire questo rapporto rilassato con la religione come uno degli strumenti della sua ascesa politica. Si è messo accanto un vicepresidente,Mike Pence,che si definisce “cristiano,conversatore,repubblicano,in questo ordine.” Sta riempiendo l’amministrazione di gente con un solido background religioso. Jerry Falwell, rampollo di una delle più importanti famiglie di America e presidente della cristiana Liberty University  è stato chiamato a pensare le nuove strategie per l’istruzione superiore. Scott Pruitt, il nuovo direttore dell’EPA(l’agenzia per la protezione ambientale) ha detto di non  poter credere che “Dio permetterebbe mai i cambiamenti climatici ” .E  Nei Gorsulich,il giudice nominato da Trump alla Corte Suprema è un convinto nemico di aborto, contraccezione ed eutanasia   e tutto ciò che confligga con la “religione” che ha citato nel discorso di accettazione della candidatura.
Più dei singoli uomini e provvedimenti, quello che Trump e i suoi uomini stanno facendo è però più vasto e profondo. L’idea, in realtà, è quella di rilanciare una sorta di nazionalismo religioso come fondamento dell’identità del Paese. E di costruire uno Stato confessionale che renda sempre più vago il confine tra politica e religione.

In questo senso va sicuramente il proposito ,annunciato nei giorni scorsi, da Trump di disfarsi del Johnson Amendment votato dal Congresso nel 1954 e ispirato dal futuro presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson. La legge vieta a chiese,organizzazioni religiose e in generale a tutti i gruppi esentati dal pagamento delle tasse di fare attività politica e di finanziare candidati a cariche elettive. Da anni i gruppi della  destra religiosa e razzista cercano di far saltare la norma. Trump che in campagna elettorale aveva promesso di “ridare la voce alla nostre chiese” e che ora annuncia:” Distruggerò il Johnson Amendment ;farò in modo che i rappresentanti della fede possano parlare liberamente e senza timore di punizione”.

C’è poi un ordine esecutivo,per ora soltanto abbozzato e ottenuto in esclusiva da “The Nation” che si chiama “Establishing a Government -Wide  initiative to Respect Religious Freedom”.Sono quattro paginette  che puntano a proteggere la “libertà religiose “in ogni campo della vita ” e lo status di ogni organizzazione che “crede, parla o agisce  con la convinzione il matrimonio è o dovrebbe essere l’unione di un uomo e di una donna, che le relazioni sessuali sono propriamente riservate ,che maschio e femmina si riferiscono a un sesso biologico immutabile e oggettivamente determinato dall’anatomia, dalla fisiologia, dalla genetica e che la vita umana incomincia dalla concezione e che merita protezione in tutte le fasi della vita. Tradotto: chiunque ,organizzazioni religiose, imprese, privati avranno la possibilità di di discriminare sulla base del proprio credo, dei loro principi e valori religiosi. Per esempio: un’azienda che dice di ispirarsi a una visione cristiana della vita,potrà negare la contraccezione alle proprie dipendenti; un ristorante potrà rifiutarsi di  accogliere i festeggiamenti per un matrimonio gay ;una scuola potrà costringere un allievo/allieva trasgender a frequentare bagni e servizi non sulla base della propria identità percepita ma del sesso di nascita.

Il linguaggio dell’ordine esecutivo è stato considerato così estremo e violento da far sorgere dubbi di costituzionalità(ed è per questo che sarebbe ancora in fase di considerazione). Il concetto di “libertà religiosa” che trasuda è così ampio da travolgere tutto :regolamentazioni statali, protezioni individuali protezioni individuali, diritti di espressione extra-religiosa.

Il fatto è che la visione di Trump è quella di un paesaggio devastato, di un’America bianca che declina e scompare, si adatta molto bene alle idee e alla teologia di una destra apocalittica che in questi ultimi decenni ha tuonato contro il declino dei valori e la crescita della Sodoma americana. Non sono i membri della Westboro Baptist Church  a picchettare i funerali dei soldati americani ,dichiarando le loro morti un castigo contro aborto e omosessualità.? A questa tradizione, a questa America che teme per i propri valori, la propria storia  e le proprie tradizioni,Trump offre un’ancora di salvataggio.

Partecipando al National Prayer Breakfast,giovedì scorso, il presidente ha spiegato che “la libertà religiosa è un sacro diritto ma è un diritto minacciato ovunque”.Dopo aver dipinto un modo mai così brutale, violento,terribile,dal Medioevo in avanti”,Trump ha parlato del genocidio dei cristiani “cui viene tagliata” la testa;degli ebrei “sotto continua minaccia di sterminio”,dei “mussulmani “amanti della pace, vittimizzati, brutalizzati ,uccisi e oppressi dall’ISIS”. Il  riferimento ai mussulmani -peraltro limitato ai soli “amanti della pace”- non deve ingannare. E’ ovviamente  la tradizione giudaico-cristiana che Trump vede minacciata da stermini e genocidi; a questa tradizione, a  questa America lui promette di mettere le cose a posto. Il nesso tra ansie dell’America bianca, revanchismo, millenarismo religioso, conflitti internazionali è del resto molto chiaro in un personaggio come Steven Bannon ,forse il collaboratore più ascoltato da Trump, quello che sta passo dopo passo dettando l’agenda ideologica di questa amministrazione. L’Internazionale nazionalista sognata da Bannon  che, dopo la presa del potere negli Stati Uniti-si nutre infatti dei valori della religione e della tradizione giudaico-cristiana.

La cosa risulta più chiara se si ascolta il discorso che Bannon fece nell’estate 2014 via Skype da Los Angeles a una conferenza in Vaticano dell’Institute for Human Dignity, un gruppo di cattolici conservatori con sede a Roma. Nell’ estate 2014,Bannon diceva che “siamo alle porte di un conflitto globale contro l’islamismo.”


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