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Sudan, un medico, un ospedale, un milione di pazienti. Illuminiamo il dramma dei Monti Nuba con la storia di Tom Catena

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Il Mother Mercy Hospital è l’unico ospedale in un raggio di 200 miglia sui Monti Nuba, in Sudan. A gestirlo un solo dottore, Tom Catena, che insieme alle suore comboniane della missione cattolica in Sud Kordofan assiste il popolo dimenticato di questa area martoriata da continui bombardamenti e dalla carestia che avanza in tutta la regione.
Un solo medico per un milione di persone.
La storia di questo straordinario uomo, che nel 2015 il Time ha inserito nelle 100 personalità più influenti del mondo, è stata raccontata nel docufilm “The heart of Nuba”, prodotto da Maria Shriver e diretto da Kenneth Carlson con il quale da tempo condivido la passione per i diritti umani e l’impegno nel raccontare le crisi dimenticate in Sudan.
Il film non è solo un’opera di denuncia, è anche un messaggio di speranza che emerge con forza dall’azione di Catena che opera gratuitamente e con coraggio nonostante gli attacchi dell’aviazione sudanese che continua a sganciare bombe sull’area. Due elementi sono costanti nella sua vita: la fede e il grande amore per la gente Nubiana.
Arrivano in migliaia al Mother Mercy Hospital, a piedi, su muli o carri, o spesso cullati tra le braccia delle madri. E nessuuno di loro rimane senza assistenza.
Il chirurgo italo-americano si occupa di tutto, dai casi di malnutrizione alla lebbra, dalle ferite causate dai bombardamenti indiscriminati, ordinati dal presidente del Sudan Omar al-Bashir, alle lesioni da machete e armi da taglio usate dai miliziani contro la popolazione civile.
Il dottor Catena fa del suo meglio per salvare vite umane in mezzo alla carneficina e al terrore dei Monti Nuba, assistendo fino a 400 pazienti al giorno.
Il Time ha scritto di lui che “gestisce l’ospedale con un livello senza pari di devozione, alla sua fede cattolica e alla gente Nuba che ha bisogno di lui”.
L’unica ricompensa è il senso di pace che gli deriva dall’aiutare le persone bisognose, ama ripetere Tom quando gli si chiede perché ha scelto di dedicare la sua esistenza a questa missione.
Quando anni fa ci siamo incontrati la prima volta mi disse che se fosse andato via dai Monti Nuba sarebbe stato come affermare che la vita di quelle persone era meno importante della sua. E lui non lo pensava.
Tom sente, sa, di essere il cuore di quel luogo e senza di lui non potrebbe sopravvivere.
La sua è una storia esemplare, straordinaria, raccontata magistralmente in questo film per il quale con Articolo 21 e Federazione nazionale della stampa abbiamo deciso di impegnarci affinché venga trasmesso integralmente sui mezzi di informazione mainstream.
“Chiedo alla tv di trasmettere il film per dare voce a chi si batte per i diritti e contro il bavaglio sempre e dovunque” è l’appello di Beppe Giulietti, presidente della Fnsi che, insieme ad Articolo 21, ribadisce che ‘spetta a noi’ dare voce a queste realtà dimenticare e ai tanti giornalisti del Sudan e del Sud Sudan costretti al silenzio.


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