Di Pino Saòlerno
Pablo Iglesias si conferma leader di Podemos, la formazione politica spagnola nata in seguito al movimento degli Indignados. Il professore con il codino è stato rieletto alla segreteria generale con l’89,09% dei voti, contro l’altro candidato Juan Moreno Yagüe, fermo al 10,91%. Ma ciò che contava, almeno nella lotta interna al partito, era soprattutto il voto sulla composizione del consiglio e quello sui documenti presentati, dove a Iglesias si era contrapposto il gruppo guidato dal numero 2 del partito, Íñigo Errejón, portavoce di Podemos e attualmente alla guida della segreteria politica.
A livello di composizione della direzione, il gruppo di Iglesias ne controllerà circa il 60%, con 37 consiglieri, contro i 23 di Errejón e 2 degli anticapitalisti. Per quanto riguarda il voto sul documento politico, quello di Iglesias (‘Podemos Para Todas’) si è imposto con il 56,04% dei voti (86.946), superando quello di Errejón (‘Recuperar la Ilusión’), che ha ottenuto il 33,71% delle preferenze (51.701 voti). A seguire il documento ‘Podemos en Movimiento’ (8,93% dei voti).
Il fondatore e leader del movimento aveva minacciato di lasciare la guida del partito se la sua lista non avesse prevalso alle primarie per il rinnovo per quattro anni della direzione del movimento. Con Iglesias vince l’ala dura e di sinistra di Podemos che punta alle proteste di piazza e all’alleanza con ecologisti e comunisti mentre Errejon avrebbe voluto aprire ai più moderati elettori del Partito socialista. Nel suo primo intervento dopo la vittoria, Iglesias ha invocato “unità e umiltà” nel movimento e ha auspicato “un grande blocco storico” con gli alleati per sconfiggere i popolari del premier, Mariano Rajoy, e governare la Spagna. Podemos ha avuto immediato successo elettorale in una Spagna attraversata da una grave crisi economica e con i socialisti dello Psoe ai minimi storici. Oltre a una folta pattuglia dei deputati in Parlamento in coalzione con Izquierda Unida, il movimento guida città come Madrid, Cadice e Barcellona.
Parlando al termine della diffusione dei dati relativi alle primarie, Pablo Iglesias ha detto: “non ci sono dubbi che abbiamo commesso tanti errori. Ma è impossibile non farne quando si prendono decisioni. Vorrei fare qui la promessa a tutti voi: non starò mai dalla parte sbagliata. Insieme con la nostra gente dobbiamo portare avanti il progetto sociale della costruzione di un paese sovrano, più traspsarente, più giusto, più rappresentativo, più democratico e più moderno, e nel quale l’eguaglianza tra uomini e donne sia una realtà”.