BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Quando Hashi Omar Hassan guardò stupito quel gruppo di giornalisti

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Era il 15 giugno 2016 e Hashi arrivava alla corte d’Appello di Perugia per l’udienza. Il ragazzo somalo, che in nome del popolo italiano era stato condannato ingiustamente a 26 anni di carcere, non si è perso neanche un’udienza della revisione del suo processo.

Il 15 giugno ancora non sapeva con certezza che, qualche mese dopo, sarebbe stato liberato perché completamente innocente. Hashi ha gli occhi bassi mentre cammina ma improvvisamente li alza e guarda un po’ stupito un gruppetto di persone che sta davanti alla porta della corte con alcuni cartelli.

Prosegue e dando le spalle a quel gruppo sale il primo gradino e poi il secondo; sta per aprire la porta ma ecco che si ferma. Si gira a guardare quei volti e quei cartelli. C’è scritto: HASHI LIBERO e VERITÀ E GIUSTIZIA PER ILARIA E MIRAN. Un sorriso lo porta ad avvicinarsi, a stringere la mano a chi era lì per lui, per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a ringraziarli. Articolo21 c’era, insieme a Flavio Lotti della Tavola per Pace, Giuseppe Giulietti per l’FNSI, Marta Cicci dell’ASU, l’USIGRAI e l’Ordine dei giornalisti, RaiNews24 e il Tg3 Umbria.

Adesso che Hashi è libero, non ci stanchiamo di continuare a chiedere che sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sia fatta giustizia e si accenda la luce della verità.


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