Per ora è un annuncio, una sala affollata e la decisione di opporsi al renzismo che ha snaturato la sinistra. Nasce così Democratici e Progressisti, per respirare aria fresca, dopo aver inalato troppi fumi tossici da terza via. Per un elettore di sinistra è una bella notizia. Ma anche l’avvisaglia di una stagione dove la capacità di allearsi con altre parti della Sinistra farà la differenza tra consolidamento ed estinzione. Ecco allora che un programma condiviso potrebbe essere il terreno dove trovare convergenze essenziali, in un quadro proporzionalista di per sé anticoagulante.
Alcuni segni in questo senso – se non di avvicinamento, di interesse – ci sono stati. Come l’addio di Scotto e D’Attorre senza anatemi, ma con il saluto dei fondatori di SI a Rimini; la presenza di Fassina al lancio di DP, l’attenzione di Civati. E presto, sarà più chiara anche la posizione di Pisapia, ancora indeciso tra un appoggio a Renzi o alle sinistre.
Prove tecniche di collaborazione che vanno bene, purché tutti capiscano che prima si parla di come risolvere problemi concreti, meglio è. Anzi, a questo proposito, mi sarebbe piaciuto un esordio di DP veramente innovativo. “Ci taglieremo lo stipendio – avrebbe potuto dire Speranza – per realizzare proprio qui, nella Città dell’Altra Economia, il primo studio dentistico di DP, per chi non ha i soldi per curarsi. Sarà una goccia nel mare del bisogno. Ma una goccia d’inchiostro. Rosso”.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21