La pagina nera delle foibe istriane è stata ricordata ieri nel giorno del ricordo che l’Italia repubblicana, dopo la fine delle ideologie novecentesche ,ha istituito qualche anno fa per ricordare le seicento-settecento persone scaraventate nelle foibe o nelle miniere di bauxite a volte quando erano ancora vive. Alcune di quelle uccisioni sono state ricordate particolarmente per l’efferatezza delle azioni come quelli che riguardano Norma Cossetto, don Angelo Tarticchio e le tre sorelle Radecchi. Norma Cossetto, o meglio la sua memoria, ha ricevuto il riconoscimento della medaglia d’oro al valore civile.
Le prime ispezioni delle foibe istriane che furono immediatamente disposte dopo il ripiegamento dei partigiani conseguente alla successiva invasione nazista consentirono il rinvenimento di centinaia di corpi: Il compito di ispezionare le foibe fu affidato al maresciallo dei Vigili del Fuoco che Arnaldo Hazarich di Pola che condusse le indagini di ottobre da ottobre a dicembre del 1943 nella Foiba di Vines. Paradossalmente l’enfasi data ai ritrovamenti da parte della Repubblica Sociale Italiana alimentò, da un lato, il clima di terrore che favorì il successivo esodo delle popolazioni istriane dalla propria patria e, dall’altro lato, la reazione negazionista con cui i partiti di sinistra respinsero per molto tempo la fondatezza di un crimine denunciato per la prima volta da parte del nemico fascista.
Il 10 settembre 1943 mentre Zara veniva presidiata dai tedeschi,a Spalato e in altri centri dalmati entravano i partigiani jugoslavi. Vi rimasero fino al 26 settembre sostenendo una battaglia difensiva per impedire la presa della città da parte dei tedeschi. Mentre si svolgevano quei 16 giorni di lotta,fra Spalato e Traù i partigiani soppressero 134 italiani, compresi agenti di pubblica sicurezza, carabinieri, guardie carcerarie e alcuni civili. La Dalmazia fu occupata militarmente dalla 7 Divisione delle SS Principe Eugenio. La 77 divisione di fanteria italiana di stanza a Spalato e precedentemente impegnata proprio nella lotta anti partigiana ,in quel frangente appoggiò in massima parte i partigiani e combatté in condizioni psicologiche e materiali difficilissime contro le truppe germaniche fra le quali la divisione Prinz Eugene, nonostante l’atteggiamento aggressivo e poco collaborativo dei partigiani di Tito. Dopo la capitolazione ordinata dal comandante generale Becuzzi, molti ufficiali italiani furono passati per le armi ad opera di elementi delle truppe germaniche in quello che è noto come il massacro di Truglia. Tuttavia Zara restò-seppure sotto il controllo tedesco- restò sotto la sovranità della RSI fino all’occupazione jugoslava dell’ottobre 1944. A seguito dell’armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943, i tedeschi lanciarono l’operazione Nubifragio con l’obiettivo di assumere il controllo della Venezia Giulia, della provincia di Lubiana e dell’Istria.
L’offensiva ebbe inizio nella notte del 2 ottobre 1943 e potrò all’annientamento della resistenza opposta da parte dei nuclei partigiani che furono decimati, catturati, costretti alla fuga o dispersi. I partigiani cercarono di ostacolare i tedeschi con imboscate, colpi di mano e agguati; questi reagirono colpendo la popolazione civile anche di etnia italiana, con fucilazioni indiscriminate, violenze ,incendi di villaggi e saccheggi. Uno dei momenti più significativi sul territorio italiano fu la battaglia di Gorizia combattuta tra i giorni 11 e 26 settembre 1943 tra l’esercito tedesco e la Brigata Proletaria,un raggruppamento partigiano forte di circa 15000 uomini costituito in massima parte da operai dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone rafforzato da un consistente gruppo di partigiani sloveni. L’operazione Nubifragio si concluse il 9 ottobre 1943 con la conquista di Rovigno. Gli occupatori germanici costituirono nell’area occupata la Zona di operazioni del Litorale Adriatico o OZAK. Questa zona,pur essendo ufficialmente parte della RSI,era sottoposta all’amministrazione militare tedesca e di fatto annessa al Terzo Reich. Ludwig Kubler era il comandante militare della Regione e il suo quartiere si trovava a Spessa,presso Cormons e si avvalse della collaborazione di reparti(quali la Milizia Difesa Territoriale,la Guardia Civica,due reparti regolari dell’esercito della RSI(Battaglione bersaglieri Mussolini e reggimento Alpini Tagliamento),la X Flottiglia Mas, le Brigate nere,i battaglioni italiani volontari di polizia,la polizia tedesca e vari reparti sloveni ,croati ,serbi, e cosacco caucasici. Dal settembre ’43 all’aprile 1945 si susseguirono le repressioni nazifasciste che portarono la provincia di Gorizia ad essere la prima in Italia per numero dei morti nei campi di sterminio nazisti. Ulteriori eccidi si ebbero nel corso dell’occupazione delle città dalmate dove risiedevano comunità italiane.
Terribile fu la sorte di Zara, ridotta in rovine dai bombardamenti aerei angloamericani che causarono la morte di alcune migliaia di civili (da 2.000 a 4.000) e contribuirono alla fuga di quasi il 75% dei suoi abitanti. Alla fine dell’ottobre 1944 anche l’esercito tedesco e la maggior parte dell’amministrazione civile italiana abbandonarono la città. La città fu occupata dagli Jugoslavi il 1 novembre 1944:si stima che il totale delle persone soppresse dai partigiani in pochi mesi sia stata di 180 persone. Fra gli altri furono uccisi i fratelli Nicolò e Piero Luxardo(industriali, produttori del celebre liquore maraschino); secondo alcune testimonianze Nicolò fu annegato in mare: quella dell’annegamento in mare legati a macigni è una pratica legata di cui sono state varie testimonianze tanto da diventare nell’immaginario popolare la tipica modalità di esecuzione delle vittime a Zara come per le foibe nella Venezia Giulia. Dopo la liberazione dall’occupazione tedesca ,a partire dal maggio 1945,nelle province di Gorizia, Trieste,Pola e Fiume il potere venne assunto dalle forze partigiane jugoslave; tale periodo fu funestato da arresti, sparizioni e uccisioni di centinaia di persone, alcune delle quali furono gettate nelle foibe ancora vive. Le violenze cessarono solo dopo la sostituzione dell’amministrazione jugoslava con quella degli alleati che avvenne il 12 giugno 1945 a Gorizia e a Trieste ed il 20 luglio a Pola; invece a Fiume, semplicemente, non arrivarono mai e le persecuzioni continuarono imperterrite. A distanza ormai di oltre settanta anni dagli avvenimenti e dopo la decisione della repubblica di istituire la giornata del ricordo non si ha un quadro preciso del numero totale delle vittime che persero la vita in quei mesi e delle cause vicine e remote che scatenarono gli odi alla base degli assassini. Ed è, da questo punto di vista, un bilancio ancora insoddisfacente.