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57a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. 120 gli artisti di 42 diversi paesi

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Venezia. Una bella prova di resilienza  la 57 .Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia,  in programma dal 13 maggio al 26 novembre 2017 ai Giardini e all’Arsenale. Presentata oggi alla stampa. “All’insegna di un umanesimo che concepisce l’opera d’arte come un atto di resistenza” annota Paolo Baratta, Presidente della Biennale. Del resto già un anno fa Christine Macel, francese, la curatrice aveva scelto un titolo quanto mai beneaugurante. “Viva Arte Viva”.  “A un anno distanza,  dopo tutti gli sconvolgimenti che si sono susseguiti – dichiara – si rafforza a validità della mia proposta “.

Sono 120 gli artisti prescelti di 42  diversi paesi. Cinque sono italiani: Salvatore Arancio, Michele Cacciofera , Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri e Maria Lai, quest’ultima deceduta nel 2013. Il fatto più rilevante è che di questi ben 103 espongono per la prima volta alla biennale. Non è una questione d’età: fra essi c’è anche la decana Anna Halprin, nata negli Stati Uniti nel 1920. E’ il segno di una volontà di rinnovamento. L’altro elemento caratteristico di questa mostra è quello di aver aggregato le opere degli artisti in quelli che Macel definisce para padiglioni. In tutto nove: dal primo intitolato “otium” e “negotium”,  la contrapposizione tra vita contemplativa e vita attiva. Un artista, Olafur Eliasson vi trasferirà il suo atelier berlinese dove coordina il lavoro creativo di 30 giovani,  immigrati compresi. Segue il padiglione delle Gioie e delle Paure, sulle paure e le nevrosi contemporanee e i loro antidoti; quello dello Spazio Comune è un omaggio a quegli artisti, come Maria Lai che hanno saputo coinvolgere nei loro progetti intere popolazioni.

Il padiglione della Terra è incentrato sul tema dell’ambiente mentre quello delle Tradizioni  recupera antichi riti come quelli dei Maori.
Il padiglione degli Sciamani propone l’artista come missionario: è l’esperienza di Ernesto Neto  condivisa per due anni con le tribù dell’Amazzonia. Ne porterà a Venezia.  una folta rappresentanza, un centinaio di persone, nei giorni della vernice.
Il Padiglione Dionisiaco vira sulla sessualità della donna mentre quello dei Colori vuol sottolineare il lato metafisico di questa componente essenziale dell’arte.

La rassegna si conclude con un interrogativo che rimarrà sospeso : quello del Tempo e dell’Infinito. Quanto alle partecipazioni nazionali sono 88 i padiglioni,  ormai  diffusi in tutto il centro storico.


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