Waltman e il sogno di una notte di mezzo ottobre

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Con questo titolo usciva 10 anni fa sul mio blog  il video animato che segue. In un minuto e 35 secondi commentava tra il serio e il faceto la vittoria annunciata di Walter Veltroni (Waltman) alle “primarie” di fondazione del Partito Democratico. Ho pensato di ripubblicarlo perché secondo me è allora, che ha avuto inizio l’auto-demolizione della sinistra che culminerà poi nel renzismo. Quella notte di mezzo ottobre (14 ottobre 2007) tre milioni e mezzo di militanti acclamarono il primo segretario del nuovo partito, anzi del “partito nuovo” si diceva allora, attribuendogli il 75 per cento dei consensi, mentre due esponenti della vecchia sinistra democristiana, Rosi Bindi ed Enrico Letta, si dividevano il restante 25 per cento. L’Unità usciva col titolo “Rivoluzione d’ottobre”.

Tutto cominciò con quel proposito (il famoso “andremo da soli”) di rompere con la sinistra radicale, preceduto – è giusto ricordarlo – dalle contraddizioni dell’Unione, che contribuiranno purtroppo alla caduta del governo Prodi. Cominciò nel nome di una “vocazione maggioritaria” che, con la ricerca affannosa del voto moderato, avrebbe gradualmente portato il Pd alla definitiva perdita di identità e all’abbandono delle periferie e di gran parte del mondo del lavoro.

Appena un anno dopo quei sogni di gloria, la sconfitta alle elezioni politiche del 2008 e poi nelle regionali in Sardegna. Walter Veltroni si dimetteva dalla segreteria affidando il partito al suo vice Dario Franceschini perché lo guidasse fino al Congresso. “Perché il PD ha deluso le aspettative che aveva suscitato – commentò allora Pierluigi Bersani – perdendo voti, invece di allargare i consensi in tutte le direzioni? E’ successo perché la vocazione maggioritaria si è ridotta alla scorciatoia del nuovismo politico, mentre avrebbe richiesto un paziente lavoro di radicamento rivolgendosi con concretezza ai ceti popolari, alle categorie produttive e ai veri innovatori”.

Quattro anni dopo, nel 2012, usciva per gli Editori Riuniti un libro dal titolo significativo, che richiamava alla necessità del “cambiamento radicale”. E il titolo del volumetto era “Con le nostre parole. Sinistra, democrazia, eguaglianza”. Bisognava, secondo l’autore, “rompere i paradigmi, ricostruire un linguaggio”. E a pagina 173 accusava: “Partiti leggerissimi ed estrema personalizzazione della politica, elezione diretta delle cariche monocratiche e riforme istituzionali sempre tese a esaltare il potere dell’esecutivo e a umiliare le assemblee elettive – architravi della rappresentanza democratica – fanno tutt’uno. Questa è la grande muraglia che ha reso inespugnabile il pensiero unico liberista, antistatuale e antidemocratico, ancor più in un paese come il nostro, in cui il sistema dell’informazione è nel controllo pressoché esclusivo dei principali gruppi finanziari”. Autore di quel libro e di questa coraggiosa denuncia…Matteo Orfini, attuale Presidente del PD.

Fonte: Nandocan


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