La Corte di Cassazione ha deciso che il maggior profitto di un’azienda è giusta causa di licenziamento. Questo squarcio alla Costituzione va denunciato in tutta la sua gravità, perché è in netta contraddizione con la tutela del lavoro espressa dalla Carta. Infatti, anche se l’art. 41 esordisce con il principio che “L’iniziativa economica privata è libera”, poi, tale concetto generale viene delimitato da precise condizioni: “(L’iniziativa economica) Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. L’intero dettato, quindi, delinea una gerarchia crescente di tutele, all’apice della quale c’è la dignità umana di chi lavora. Un conto è licenziare per una crisi economica come extrema ratio per il salvataggio di altri posti di lavoro; ben altro caso è licenziare senza alcuna emergenza, ma solo per aumentare il profitto. Questo – per altro – quando già il jobs act ha esteso la possibilità di reimpiego del lavoratore oltre il limite del demansionamento.