Il Tribunale di Lucca, presieduto da Gerardo Boragine, ha condannato l’ex amministratore di Ferrovie, Mauro Moretti, a 7 anni di reclusione per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rfi, è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione. La Procura di Lucca aveva chiesto 16 anni per Moretti e 15 anni per Elia. Sul banco degli imputati c’erano 33 persone e 9 società. L’accusa per tutti a vario titolo era di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali. La sentenza di primo grado è arrivata a sette anni e sette mesi dall’incidente ferroviario.
Era il 29 giugno 2009 quando il ‘cuore’ di Viareggio si trasforma in pochi istanti in un inferno di fuoco e ambulanze: ci sono voluti sette anni e mezzo e 140 udienze per arrivare alla sentenza di primo grado pronunciata il tribunale di Lucca per il disastro ferroviario che nell’estate 2009 fece 32 vittime.
Alle 23,48 del 29 giugno 2009 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria della cittadina balneare toscana. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocita’ contro un ostacolo (un picchetto secondo quanto sostenuto dall’accusa, una ‘zampa di lepre’ stando alla ricostruzione della difesa) e da un grosso foro comincia a fuoriuscireil gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria. Pochi minuti piu’ tardi, forse innescata dal motore di uno scooter che percorre la strada parallela ai binari, nell’aria satura di Gpl un’esplosione d’improvviso sprigiona una tempesta di fiamme che investe in una frazione di secondo tutto quanto si trova nel raggio di centinaia di metri. Case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dalla nuvola fuoco. La zona piu’ gravemente colpita e’ quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo. Pesantissimo il bilancio delle vittime, molte delle quali decedute nei giorni successivi a causa delle destanti ustioni riportate. Alla fine si conteranno 32 morti, l’ultimo dei quali e’ una giovane donna ecuadoriana, deceduta alla vigilia di Natale di quell’anno, dopo quasi sei mesi di agonia.