Il mondo al contrario. E’ riassumibile così quanto sta accadendo alla collega Enza Dell’Acqua che, purtroppo, testimonia come si sia persa la “bussola” del confine fra buoni e cattivi: una raccolta di firme per “mettere il bavaglio” alla giornalista che racconta fatti scomodi. La “gloriosa” iniziativa nasce da un’associazione di Nicotera, non meglio identificata (tale “Movimento 14 luglio”), che contesta alla collega Dell’Acqua di fare “cattiva informazione” nei confronti della realtà cittadina.
Fra i 40 promotori, sarebbe riconducibile il nome di Emanuele Mancuso, figlio del boss “Luni” Mancuso. Eppure la raccolta di firme continua, ma contro la libertà d’informazione, ovviamente. Così, mentre la collega Dell’Acqua cerca di fare il proprio lavoro, la macchina della delegittimazione è partita spedita. Perché una persona si uccide in due modi, prima con l’isolamento e poi, ma solo poi, fisicamente. La prima via è stata avviata, riusciremo a difendere la collega (e con lei i tanti che ci mettono la faccia) prima che sia troppo tardi? Come?
Semplice, dando voce alle sue inchieste e firmandole (quelle sì, con firme in calce!) coralmente. Perché da soli si è facili obiettivi. A noi la responsabilità della scelta…