Il fallimento dei trattenimenti nei CIE è quindi sotto gli occhi di tutti, illustrato anche dai rapporti e dalle relazioni delle Commissioni parlamentari – da ultimo, l’aggiornamento 2017 della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato – e testimoniato, ancora una volta, dalle recenti vicende del CPA di Cona.
Ripercorrendo la stessa strada, si rischierebbe di privare i cittadini stranieri irregolari del godimento dei diritti fondamentali e dello _status_ di persona, di contribuire ulteriormente al consenso verso le organizzazioni criminali e terroriste, di attivare fenomeni di radicalizzazione.
Magistratura democratica, in pieno accordo con l’ASGI e numerose associazioni e organizzazioni di settore, auspica che si scelga una via diversa.
In particolare, propone in un documento qui riassunto:
- Limitazioni degli strumenti di allontanamento coattivo, compresa la misura estrema del trattenimento nei CIE;
- Sostegno e incentivazione dei rimpatri volontari assistiti;
- Implementazione dei sistemi per anticipare l’identificazione al momento dell’ingresso nelle carceri dei detenuti stranieri condannati;
- Ricollocamento degli strumenti di allontanamento coattivo nella piena legalità costituzionale, attraverso l’attribuzione dei provvedimenti di trattenimento al controllo di giudici professionali;
- Previsione della possibilità per i giudici che si occupano di convalide e di proroghe dei trattenimenti nei CIE di effettuare visite periodiche presso tali centri;
- Riduzione del termine massimo di 12 mesi previsto per il trattenimento nei CIE dei richiedenti asilo, a fronte del termine massimo di 90 giorni oggi previsto per il trattenimento ordinario;
- Riesame delle procedure con cui vengono siglati gli accordi bilaterali di riammissione, accordi spesso non coperti dalle garanzie e dalla trasparenza del diritto dei trattati, sottratti al controllo del Parlamento e ridotti al rango di protocolli operativi tra polizie.
Sono questi solo alcuni dei temi che, insieme a quello delle garanzie processuali dei richiedenti asilo, intendiamo riproporre all’attenzione del dibattito pubblico e della magistratura associata ed in particolare dell’Associazione Nazionale Magistrati, che già in passato su questi temi si è autorevolmente distinta per posizioni attente al rispetto dei diritti fondamentali.