Oltre 26.000 firme, il sostegno del presidente del Senato, Piero Grasso, e quello di intellettuali, giornalisti, magistrati, donne e uomini del mondo della cultura. Un fatto politico. Il primo del 2017 per l’antimafia sociale, che – nonostante la crisi – sembra piuttosto viva. Ma chi sono e cosa vogliono i promotori della campagna #mandiamoInPensioneOr
Chi siamo, spiegato bene. Il 26 dicembre il giornalista Luca Salici ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione per chiedere l’applicazione della Legge Bacchelli per il giornalista antimafia Riccardo Orioles. Il fondo istituito per sostenere cittadini illustri in stato di necessità. Riccardo, fondatore de “I Siciliani, con Pippo Fava, il direttore ucciso dalla mafia il 5 gennaio del 1984, vive a Milazzo, nel suo paese natale, con un sussidio di 400 euro al mese. Soldi non sufficienti a prendersi cura della sua salute e della sua vita. Fra i primi sostenitori della campagna i giornalisti e le giornaliste della rivista catanese: Antonio Roccuzzo, Claudio Fava, e Miki Gambino, Graziella Proto a Eliana Rasera e molti altri. In pochi giorni, la campagna si è estesa a tantissimi attivisti e giornalisti, va on line un video-racconto di questa storia che parte dagli anni ’80 e arriva sino ad oggi. Immediato è arrivato il sostegno dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa. Negli stessi giorni hanno lanciato un appello a Gentiloni anche il Presidente del Senato, Piero Grasso, il fondatore di Libera Luigi Ciotti, il professor Nando dalla Chiesa, il magistrato Gian Carlo Caselli. Infine, l’attenzione di testate nazionali come il “Fatto Quotidiano” e “Rainews24” e di giornali on line siciliani come “Meridionews” (Qui la rassegna stampa).
Cosa chiedono i promotori della campagna? L’obiettivo è arrivare a 30.000 firme da consegnare al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per far partire l’iter per l’applicazione dei benefici della Bacchelli. Il contatore su Change.org va fatto crescere, il prima possibile. “Oltre ventimila firme – ha dichiarato alcuni giorni fa Riccardo Orioles ai microfoni di Fanpage.it – sono un fatto politico che non può essere ignorato. Quindi nel 2017 torniamo a stampare i “Siciliani””. Questo è Riccardo Orioles, in poche battute. Con la testa al “giornale” mentre non lesina sin dal primo giorno rimproveri quotidiani ai promotori della petizione: “niente protagonismi su Orioles”, o su “poverino Orioles”… questa cosa qua va bene solo se è “collettiva” – continua a scrivere on line ai suoi “carusi”.
I “carusi” di Orioles. Non possiamo non dirvi quindi – da giornalisti – che la notizia vera è un’altra. E sono loro: “i carusi” di Riccardo Orioles e i tanti percorsi che hanno fatto incontrare le loro vite con quella del giornalista siciliano. Hanno un’età che va dai venticinque ai sessant’anni circa ma sono sempre “carusi”. Ve la raccontiamo dall’interno e ci perdonerete – anche un po’ in fretta. Gli aneddoti sono già mille. I giorni di follia in compagnia di tanti amici, le ore di guerriglia sui social, ai telefoni bollenti con giornalisti, politici e gente che non ha nulla da fare e promette cose fantascientifiche. E ancora: potremmo dirvi di quelle persone che si sono ritrovate dopo anni e anni di distanza. Potremmo spiegarvi tutti gli strumenti organizzativi che ci siamo dati e che stiamo: pagine, chat e gruppi Facebook, menzioni e tag a catena su Twitter, messaggi di gruppo WhatsApp, foto e community su Instagram, YouTube per i video doc, Google Drive per gli strumenti di scrittura partecipativa. E poi l’editoria, come la pubblicazione dei libri di Riccardo Orioles su Amazon.it, Payhip,
E voi che state leggendo cosa potete fare? Prima di tutto seguirci sul sito della campagna www.mandiamoinpension
Grazie Riccardo per averci fatto ritrovare. Anche stavolta.