Deturpare il viso con una marchiatura indelebile non è solo il segno del narcisismo ferito ma di un possesso primordiale: voglio uccidere tutto ciò che in te è bello.
“La ragazza è bendata, cosciente”. Sa che rischia di perdere la vista. Sa che ha perso la sua bellezza. Gessica Notaro, 28 anni, ex miss Romagna, è stata sfregiata con l’acido dal suo ex compagno, Jorge Edson Tavares, capoverdiano di 31 anni, già sottoposto a misura restrittiva con il divieto di avvicinamento.
Rimini, aggredisce e sfregia la ex con l’acido: grave giovane di 28 anni https://t.co/M11AT7lDf8
— la Repubblica (@repubblicait) January 12, 2017
Belle, vitali, appassionate: questo il ritratto delle ragazze rovinate con l’acido da uomini incapaci di accettare la fine della relazione. La storia di Lucia Annibali ci aveva fatto conoscere il reparto Grandi Ustioni, purgatorio terminale di donne che sono passate alla denuncia quando il no non è bastato. Non avremmo mai pensato che quel calvario potesse diventare un copione. La cronaca ha preso confidenza con benzina e acido, ustioni e bende: una morte-in-vita, seguìta dalla trasfigurazione dei lineamenti e infinite operazioni di ricostruzione perché “dopo di me non sarai più la stessa”.
Queste non possono essere le conseguenze dell’amore. Tutti i commenti sono stati fatti. Si può solo aggiungere che in questi casi proprio la bellezza e la voglia di ricominciare accendono il delirio dell’uomo che viene lasciato. Deturpare il viso con una marchiatura indelebile non è solo il segno del narcisismo ferito ma di un possesso primordiale: voglio uccidere tutto ciò che in te è bello. Non potrai più essere desiderabile. E ti condanno a vivere con il mio sfregio addosso, come una creatura disfatta dal suo creatore.
#8marzo al #Quirinale, #Napolitano assegna a Lucia #Annibali l’onoreficienza ordine al merito della Repubblica pic.twitter.com/WjAa6E3U8D
— Giovani Giornalisti (@GGiornalisti) March 8, 2014
Lucia Annibali ha appuntato la data della sua aggressione. Non ha rinunciato al sorriso e ha iniziato una nuova vita. Come dopo-morta. Non è una consolazione. Non è una vendetta. È la sua vita. Però a noi resta addosso tanta rabbia. Perché la violenza, come il terrore, lievita nella notte della coscienza. È imprevedibile, vigliacca. Attacca sapendo che non potrà esserci difesa. Ne usciremo solo rinunciando a salvare l’uomo che ci perseguita. La cosa ha il suo prezzo ma dobbiamo scendere dalla croce, e vivere.