Piccolo solo nel fisico che l’inseparabile cappotto, la sua coperta di Linus, rendeva ancora meno visibile, Gerardo Marotta è stato un grande uomo di libertà e cultura. La prima parola che viene da rivolgergli dopo aver accusato il dolore per la sua scomparsa e’ :”Grazie!”. Un grande napoletano che ha incarnato il meglio delle qualità della città: l’apertura,la curiosità intelligente,la ricchezza culturale.La sua creatura, l’Istituto italiano per gli studi filosofici ha ospitato non solo i più importanti pensatori contemporanei per quanto e’ stata la casa di tutti coloro che hanno creduto nei valori di convivenza civile.Anche noi di Articolo 21 siamo stati più volte accolti con disponibilità, attenzione e gratuita’.L’Avvocato,l’ultimo giacobino lascia un vuoto che Napoli dovrà colmare attingendo alla sua eredita’.Quel che e’ stato Palazzo Serra di Cassano dovrà essere ancora e non solo per onorare la sua memoria e rispettare i suoi sacrifici che l’avevano portato ad esaurire tutto il suo patrimonio perché l’iniziativa vivesse.In attesa che il comune si muova con la toponomastica sarebbe bello indicare già quell’edificio come palazzo Marotta-Serra di Cassano,andando cosi’ anche a sottolineare la simbiosi atemporale tra Gennaro,l’ illuminista della fallita rivoluzione del 1799,che Enzo Striano mirabilmente racconto’ nel suo “Il resto di niente”
e Gerardo il piccolo grande protagonista dei nostri giorni, che amo’ i suoi libri, la legalità,la libertà e la democrazia,quella consapevole dei diritti da conoscere e riconoscere a tutti. Nel bel pezzo di un’autorevole collega ho letto che il prossimo 26 aprile non ci sarà la festa per i 90 anni dell’ultimo giacobino.Penso, invece, che debba purtroppo solo inevitabilmente mancare la sua partecipazione, ma che quella data e quella ricorrenza vadano festeggiate.E’ morto Gerardo Marotta, ma vivono i valori che ha amato,coltivato con passione e dunque tramandato. Quel giorno dovrà continuare a essere il suo giorno.
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