Pitruzzella, capo dell’Autorità garante della concorrenza – vuole un’agenzia pubblica per smascherare e cancellare le notizie false dal web. No, non è una bufala, l’ha detto davvero. E la cosa è molto pericolosa, perché aprirebbe la strada ad un’azione non “orientativa” (segnalazione) delle falsità, ma “soppressiva” (cancellazione e sanzione) di tutto ciò che un’Autorità dovesse ritenere non vero. Intendiamoci: il problema esiste e tutti sappiamo benissimo che il web è pieno di fake news, per il semplice motivo che scatenare contatti attiva una parallela speculazione pubblicitaria. Più la notizia è virale, più persone leggono il banner pubblicitario abbinato e più il “falsario” che l’ha lanciata intasca soldi. Ma sappiamo anche che lo stesso web ha creato potenti anticorpi fondati sulla “reputazione” di chi scrive e la competenza di chi legge.
La reputazione si fonda prima di tutto sull’identità certa dell’autore, cioè un nome e cognome. Poi, sulla qualità dei contenuti che nel tempo offre. E infine sul rifiuto di posizioni di parte, anche quando sia dichiarato il proprio orientamento politico, mediante la critica per errori di persone e gruppi di solito stimati. La competenza di chi legge frutto dello sforzo di attingere da fonti diverse d’informazione per metterle a confronto e ricavarne una “risultante” attendibile. Informarsi bene è faticoso e richiede tempo. Ma qui si vede la differenza tra chi è esigente nell’informazione e chi si accontenta di quello che passa un tg o un solo giornale, per il piacere del “rinforzo”, ovvero cercare solo l’informazione che confermi il nostro punto di vista, scartando altre valutazioni.