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Due anni fa Charlie Hebdo. Uno sberleffo che nessun kalashnikov potrà spegnere

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E’stato una commemorazione quasi in tono minore quella avvenuta a Parigi per  le vittime di Charlie Hebdo uccise dai terroristi il 7 gennaio 2015 . E non per caso. La grande risposta popolare e politica che porto 43 capi di stato e di governo a sfilare insieme a milioni di francesi in nome della convivenza pacifica e del no al terrorismo sembra avere esaurito la sua spinta. E gli attentati di Istanbul, dopo quelli di Berlino e di Nizza sono li’ a dimostrare che, al contrario, la spinta di chi vuole il caos, la divisione, la guerra non ha perso alcun vigore.  Eppure c’e’ qualcosa che la memoria dei morti di Charlie Hebdo ci impone di fare: non arrendersi mai, non accettare le scorciatoie di chi vede nelle armi e nelle misure di sicurezza, pure necessarie, la soluzione di ogni problema. Ammesso che uno stato mondiale di polizia (tecnicamente impossibile) ci possa garantire sicurezza e vita sarebbe una sconfitta per tutti noi. Una sconfitta per chi crede in una società fondata sul dialogo, la convivenza pacifica, la libertà di critica. E anche la libertà di irrisione e di sberleffo. Lo sberleffo di Charlie Hebdo che nessun kalashnikov potrà spegnere.


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