«”Quando la scure si abbatterà su di voi, la morte avrà la mia faccia”. Con queste parole l’Amministratore delegato de l’Unità srl, Guido Stefanelli, si è rivolto a un membro del Cdr che gli chiedeva un incontro. A questo siamo precipitati. A un degrado ignobile non solo delle relazioni sindacali ma di quelle umane. Questo è il clima avvelenato a quattro giorni dal 1° febbraio, quando l’assemblea dei soci dovrà decidere la ricapitalizzazione o la messa in liquidazione del giornale».
Chi oggi acquista l’Unità trova in prima pagina queste parole: le parole pronunciate dall’Ad della società editrice e riportate in un comunicato del Cdr. Parole gravi e violente che il sindacato dei giornalisti italiani stigmatizza con forza.
«Quanto sta accadendo a l’Unità travalica ormai i confini di una pur aspra dialettica sindacale: ormai è una questione di ordine pubblico. La denuncia del Comitato di redazione del quotidiano, pubblicata oggi in prima pagina, non può cadere nel nulla né lasciare indifferente la proprietà della testata», commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il comportamento di chi controlla la società editrice – proseguono – sarebbe intollerabile e inaccettabile in qualsiasi realtà lavorativa, ma lo è ancora di più nel giornale fondato da Antonio Gramsci per tutelare i diritti dei lavoratori che qualcuno invece pensa di poter calpestare impunemente».
La Federazione nazionale della stampa italiana si schiera al fianco della redazione, ribadisce di essere pronta a rivendicarne i diritti in ogni sede e lancia un appello a mobilitarsi in fretta in difesa dei colleghi: «L’auspicio – concludono Lorusso e Giulietti – che chi ha il potere di intervenire, a cominciare dal Partito Democratico, lo faccia ad horas».