E’ sempre così. Quando il livello di complessità di un problema si alza, la risposta organizzativa pubblica è inadeguata. Le frazioni isolate dalla neve negli Appennini e un black out lunghissimo è la riprova che manca la capacità di valutare, decidere, agire rapidamente nelle calamità. E per fortuna che ci sono encomiabili sacrifici di uomini e donne dei corpi dello Stato e di volontari, che con il loro impegno riescono a limitare i danni delle carenze di coordinamento e tempestività. Ma questo slancio non può bastare. La Protezione Civile deve poter assumere la disponibilità immediata – con dichiarazione governativa di stato di emergenza — di reparti e mezzi dell’Esercito, già predefiniti “convertibili” all’impiego civile in caso di emergenza, senza altre autorizzazioni. Il tutto per abbreviare la catena di comando a favore della velocità d’impiego di uomini e mezzi, con tempi “militari” di reazione, misurabili in ore, non in giorni.