La Cassazione ha confermato e spiegato (con le relative motivazioni) la storia giudiziaria dello stabilimento Thyssen di Torino, confermando la “colpa imponente” dell’ex amministratore delegato della ditta tedesca Harald Espenhahn e altri cinque manager del gruppo siderurgico nell’aver provocato l’incendio dello stabilimento di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 in cui persero la vita sette operai. Secondo i giudici della corte suprema, quella dell’ex amministratore delegato e degli altri amministratori è una “colpa imponente” tanto per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento prima che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle misure di sicurezza.
Secondo la Suprema Corte si è trattato, non osservando quelle misure, di aver determinato nello stabilimento di Torino una “situazione di attuale e latente pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori e la colpa è stata imponente anche per la imponente serie di inosservanze a specifiche disposizioni di carattere infortunistico, ultima la disposizione del piano di sicurezza che impegnava gli stessi lavoratori in prima battuta a fronteggiare gli inneschi di incendio in prima battuta”.