C’è il silenzio della vigilia del referendum, e va bene. Ma ce n’è uno che durerà molto di più. E’ quello tra parenti di diverse opinioni che regnerà – pesante – su tutti i cenoni e pranzoni delle Feste.
Sì, perché i “NO-isti” e i “SI-isti” dovranno ritrovarsi nello stesso spazio critico di una tavolata ad improvvisare una tregua, dopo mesi di tensione. Mi raccomando, sarà l’accorata richiesta del parente che ti accoglie in casa aiutandoti a togliere il giaccone, non parlare di politica. Ecco, allora, norme igieniche di conversazione festiva, post-referendaria, per attraversare indenni un pasto comunitario, dai cappelletti al panettone.
Meteo, un classico. Appassiona, ma no divide, dal forte potere evocativo. E qui – se siete bravi – potete porgere l’assist alla vecchia zia, per richiamare alla memoria la rigidità del clima dei tempi andati, con inverni che erano veri, non come questi freddini che durano un paio di giorni e poi svaniscono. Una raccomandazione: evitate di affrontare il tema del cambiamento climatico, perché è una rampa che porta alla politica e potrebbe essere sbarrata da un’occhiataccia del padrone di casa, accompagnata da una doccia di parole ignifughe ad alto volume: QUALCUNO VUOLE ALTRO COTECHINO?
Salute, ottimo coefficiente di neutralità politica, ma intristisce. Quasi tutti nella tavolata hanno acciacchi e non hanno piacere di condividerli. Ottimo invece come estintore verbale, per spegnere un principio di incendio sula malasanità. In questo caso, niente di meglio che sovrastare tutti con un bel: MA LO SAPETE CHE HANNO TROVATO UN VACCINO CONTRO LA VECCHIAIA?
Informarsi sui giovani del tavolo va bene, ma da evitate accuratamente la frase di rito a un neo-laureato: che fai adesso di bello? Sembra innocente, ma invece è devastante, perché è sale sulla ferita della disoccupazione e della precarietà del lavoro. Se questo accade, non pensate di migliorare le cose con una sterzata verso la sua situazione affettiva, perché andate ad impantanarvi con la sua impossibilità di vivere con la persona che ama da anni, sempre per mancanza di un lavoro. In questi casi, trovate subito un’uscita di sicurezza. Ottimo lo sport: quest’anno la vedo dura per la tua squadra. Se è un tifoso, è fatta. Se non lo è, farà un sorrisino annoiato, ma almeno avete evitato il peggio.
In caso di emergenza, è bene avere sempre i riflessi pronti per buttarla subito su Papa Francesco. E’ l’argomento Onu, che serve se il conflitto è già scoppiato ed ha assunto dimensioni fragorose. Quelle in cui gli interlocutori iniziano a darsi del voi, per accusarsi reciprocamente di non essere più liberi pensatori, ma mediocri appartenenti a fazioni.
Se siete arrivati sani e salvi al torrone, non rovinate tutto con il brindisi. Astenersi dall’evocare un anno migliore, perché l’augurio incorpora un’implicita critica politica a quello passato. Bene invece Viva la famiglia! o Alla nostra amicizia! Alla fine, sarete distrutti da tutti questi equilibrismi. Ma quando vi rimettete il giaccone, vi consolerà pensare che siete solo uno dei tanti ad aver passato una serata festiva post-referendaria estenuante.
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