Nessun media importante ne ha dato notizia e chi ne ha parlato ha preferito porre l’enfasi sul ‘ritorno’ di Boko Haram e sul ruolo delle due donne che venerdì scorao si sono fatte esplodere nel nord-est della Nigeria. Giusto un cenno alle vittime, il bilancio finale è stato di 60 morti e 43 feriti,.
Eppure la centralità di questi attacchi sono proprio loro. E non da venerdì.
Quanto accaduto a Madagali, all’interno di un mercato, è solo l’ennesimo atto di aggressione a una popolazione allo stremo.
Gli jihadisti africani affiliati a Isis ogni giorno attaccano villaggi, rapiscono donne e bambini e spargono sangue in tutto il Paese. E gli ‘strumenti’ con cui compiono i loro orrori sono quasi sempre inconsapevoli e loro stessi vittime di un’azione di terrore senza fine.
In tutti noi ancora è nitida l’immagine rubata da una telecamera della municipalità locale delle quattro bambine impaurite che qualche mese fa sono state usate come bombe in una moschea a Maiduguri. Veri e propri ordigni umani, non baby kamikaze, come qualcuno si ostina a chiamarle.
Non c’è, quindi, termine più inappropriato, inadeguatamente sbagliato, per definire queste vittime del terrorismo di stampo islamico.
Il resoconto della Bbc è stato impietoso. Ci ha raccontato che l’attacco di cui sono state incolpevoli artefici ha causato 40 feriti e 16 morti. Ci ha mostrato le loro sagome con passo incerto. Poi la prima deflagrazione.
Gli attentati sono avvenuti nello spazio antistante la più grande moschea della cittadina nigeriana, poco prima della preghiera del venerdì, quando la zona era molto affollata.
La più piccola aveva solo 9 anni, la maggiore non ne aveva ancora compiuti 13.
Alla più giovane del gruppo è stato ordinato di mettersi seduta nei pressi del luogo di culto. Le altre quattro sono state posizionate poco lontane, vicino alla residenza di un capo vigilantes.
Si guardavano negli occhi, senza sapere cosa fare. Per un attimo, forse, avranno pensato di scappare… Poi quattro esplosioni all’unisono, innescate a distanza, hanno chiuso la partita straziando i loro acerbi corpi. Una fine veloce, indolore… ma non per tutte.
Una quinta bambina non è stata così ‘fortunata’. La sua cintura esplosiva si è inceppata. Ha alzato le mani al cielo, ha cercato di salvarsi… ma le forze di sicurezza non hanno avuto pietà, o scelta, e hanno esploso più colpi per ‘neutralizzarla’.
Due settimane prima, in attacchi analoghi, erano morte altre 115 persone.
Né l’ultimo, né il precedente attentato sono stati rivendicati ma le autorità nigeriane li attribuiscono ai fondamentalisti di Boko Haram,
Da quando è stato preso d’assedio lo Stato di Borno, oltre sette anni fa, è stato un crescendo.
I terroristi hanno dato il via alla loro guerra sanguinaria per l’instaurazione della Sharia (la legge islamica), con un bilancio di oltre 20mila morti.
Le violenze sono aumentate da quando, nel maggio dello scorso anno, è stato eletto il nuovo presidente della Nigeria, il musulmano Muhammadu Buhari.
Da subito Buhari si è distinto per la lotta contro gli integralisti, ottenendo importanti successi e catturando molti esponenti del gruppo affiliato allo Stato islamico.
Anche per questo Boko Haram ha decisamente puntato sull’utilizzo di bambine e adolescenti per compiere i terribili atti di terrorismo degli ultimi mesi.
E tornando su questo punto, deve essere chiaro che gran parte delle giovanissime vittime dei fondamentalisti si ritrovano ad agire senza essere consapevoli di quanto loro stia accadendo, quando ciò non avviene contro la loro volontà.