La battaglia è stata durissima, ma il Popolo ha difeso la propria sovranità, con l’ultimo strumento che gli era rimasto quando tutto sembrava deciso: il referendum.
Dovrei essere contento – e in parte lo sono – ma ci sono troppe macerie. C’è un Paese da riunificare e tanta povertà da guarire. Non è tempo di festeggiamenti, ma di ricostruzione. Iniziando dal mettere insieme donne e uomini che vogliano preoccuparsi di chi è stato lasciato al suo destino.
Serve una Sinistra vera. Che dopo aver salvato la Costituzione, voglia realmente applicarla.
Che abbassi gli stipendi a tutti i parlamentari, per dare un segnale di vicinanza a chi non ce la fa e dare priorità agli ideali sui vantaggi. Che lotti veramente contro l’evasione fiscale per trovare subito i soldi per dare lavoro a chi è bloccato nel precariato da anni ed è demoralizzato da disoccupazione e licenziamenti. Che contrasti la corruzione, per riaccendere la coesione e la fiducia in chi crede nella legalità. Che rimetta in equilibrio diritti e doveri, facendone i pilastri della giustizia sociale.
Oggi il sole è sorto di nuovo. Per chi esce dalla trincea è accecante. Diamoci il tempo per smaltire con sobrietà questa vittoria. E mettiamoci subito al lavoro.
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