Compie dieci anni l’esperienza editoriale Becco Giallo. Attraverso la graphic novel, si sono ricostruite e raccontate vicende vitali per il tempo che stiamo vivendo. I temi affrontati in questi anni sono stati tanti ed enormi: dalla storia di Porto Marghera alla vicenda NoTav in Val di Susa, dalla strage di Piazza Fontana a quella di Piazza della Loggia. Poi la vicenda Thyssenkrupp, il Vajont, il terremoto L’Aquila e la tragedia di Viareggio, le storie di Ilaria Alpi, di Peppino Impastato e di Carlo Giuliani. Alcuni volumi sono quindi dedicati a quelli che definiamo ancora “misteri” italiani, ma ci sono pure le vicende internazionali. Storie di migrazione, come “Etenesh” o il recente “Un futuro ipotetico” di Oscar Noble, che attraversa l’esperienza di Podemos in Spagna. Per Guido Ostanel, uno dei fondatori, la sua non è una casa editrice convenzionale. “Tecnicamente non ci sono molti dubbi, siamo un’azienda, ma quando quotidianamente faccio il mio lavoro, ho più l’impressione di far parte di una banda, di una squadra fatta di autori, insegnanti, lettori, bambini, librai… Una comunità disseminata sul territorio, dall’ultimo lembo di Sicilia alle Alpi”. Secondo Ciaj Rocchi, che con il suo compagno Matteo Demonte ha realizzato il documentario “Uccellacci” che racconta proprio i dieci anni di Becco Giallo, “è il valore del graphic journalism in generale che diventa anche uno strumento pedagogico. Applica il linguaggio del fumetto alla realtà provocando degli effetti. Lo spiega bene Alessia di Giovanni nel documentario quando dice che Becco Giallo le ha dato la possibilità di trattare temi di cui nessuno di solito vuole sentir parlare, in particolare si riferisce alla violenza sulle donne. Lo chiarisce Marco Rizzo quando dice che Becco Giallo gli ha dato la possibilità di lavorare su storie che non hanno ancora raggiunto una verità processuale, come il caso di Ilaria Alpi o di Mauro Rostagno, o che necessitano comunque continuamente di essere ricordate come quella di Peppino Impastato.
Il grande vantaggio della graphic novel è di raccontare in modo semplice temi complessi, il punto di forza del graphic journalism sono i suoi contenuti”. Ogni volume ha dietro un grande lavoro di ricerca, di raccolta delle informazioni, di interviste e incontri. Il lavoro sulle tavole arriva solo dopo, a termine di un grande lavoro di inchiesta. Ostanel sa che oltre a tutto questo deve continuare il lavoro di ricerca anche nel tipo di linguaggio che si vuole adottare: “Il gioco delle rondini” e “Mi ricordo Beirut” di Zeina Abirached, “Chernobyl” di Paolo Parisi”, “ABC Africa” di Jean-Philippe Stassen, “Dimenticare Tiananmen” di Davide Reviati, “Martin Luther King” di Ho Che Anderson, le opere di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso e quelle più recenti di Silvia Rocchi, Alice Milani e del duo Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, crediamo siano il segno di una costante evoluzione nella qualità delle scelte editoriali compiute”. Cosa aspettarsi dal 2017 quindi: “In programma diverse nuove uscite. Tra quelle che possiamo anticipare, il viaggio di Claudio Calia in Iraq, l’inchiesta mani pulite raccontata da Alex Boschetti, Matteo Laudiano che ha preparato un volume dedicato a Primo Levi fatto proprio per le scuole, la storia del delitto Matteotti, al quale stanno lavorando Francesco Barili e Manuel De Carli e il caso Moro di Luca Bargnasco e Tommaso Arzeno. “Per prudenza, noi restiamo in ogni caso fedeli alle parole del critico del fumetto Salvatore Oliva – ci tiene a precisarlo Ostanel – che un giorno ci invitò a cena per conoscerci meglio salutandoci a notte fonda con queste parole: “Ragazzi, voi farete strada nel mondo del fumetto. E sapete perché? Perché voi di fumetto non ci capite niente.”
https://www.youtube.com/watch?v=C4RChWP4Hnw (link a Uccellacci, il documentario sulla casa editrice)