Nel caveau dei carabinieri si trova ora il tesoro segreto di Massimo Carminati. E’ uno dei quadri sequestrati al capo di Mafia capitale. Appoggiata al suo fianco Marylin Monroe. Il nero ne aveva quattro di Marylin realizzate da Mimmo Rutella da “A qualcun piace caldo” alla “fermata dell’autobus”. Oltre che appalti, amicizie e denaro, Carminati aveva accumulato negli anni anche uno scrigno di opere d’arte. Al nero hanno sequestrato oltre novanta pezzi da classici: ci sono astratti di Consagra e ballerine di Boter; sculture in legno opaco di Louise Nevelson, palme di Mario Schifano, uno “Shangai” di Boetti, disegni di Manzù; c’è anche una tecnica mista” del futurista Filippo Tommaso Marinetti datata 1939.
Di una di queste sculture ora l’Espresso può raccontare il passato. Anticipando in parte uno dei capitoli di “Follow the paintings” documentario prodotto da Sky che indaga sul mercato oscuro del mercato partendo dai lati alti della finanza, dalle gallerie internazionali, per arrivare fino alla ‘ndrangheta.
La traccia su Roma porta a piazza di Spagna nella strada degli artisti, via Margutta. Entra in una galleria “diversa”: “volevamo diventasse un punto di ritrovo per chi passava per una strada così famosa. Funzionava. Era una scatola nera con poche opere, dove fermarsi a meditare, ad apprezzare il valore dell’arte”, racconta il titolare di allora.
“Solo la riorganizzazione costò circa duecentomila euro che nessuno gli rimborsò”. E Carminati aveva altre opere d’arte, custodite alla periferia della capitale.