Un camion suicida è esploso questa mattina con un fortissimo boato all’ingresso del Porto di Mogadiscio, il più grande della Somalia, uccidendo, come ha riferito il funzionario di polizia colonnello Abdikadir Farah, almeno 29 persone e ferendone circa 50. La maggior parte dei caduti sono poliziotti. Testimoni oculari hanno riferito che i corpi delle vittime erano sparsi fuori dell’ingresso del Porto, lungo la strada popolatissima su cui si aprivano molti bar che l’esplosione ha ridotto in macerie. L’attività del Porto è stata sospesa e i lavoratori sono stati mandati a casa.
L’attentato è stato rivendicato dagli Al Shabab il cui portavoce Sheikh Abdiasis Abu Musab ha detto che l’intento era quello di punire il protrarsi delle operazioni elettorali definendo i candidati presidenziali e i parlamentari “tirapiedi degli stranieri”. “Abbiamo aggredito le forze di sicurezza – ha precisato il portavoce di Al Shabab – perché sono state addestrate per proteggere le operazioni elettorali”. L’insurrezione di Al Shabab ha lo scopo di cacciare dalla Somalia le forze di pace dell’Unione Africana, rovesciare il governo della Somalia sostenuto dalla comunità internazionale e imporre nel Paese la sua versione oscurantista dell’Islam.
Sono in corso in Somalia le operazioni per il rinnovo di tutte le più importanti istituzioni: dal Parlamento, al Presidente della Repubblica federale somala, al Primo Ministro seguendo la regola del “4.5” (four point five) che prevede l’assegnazione delle cariche una per ciascuno dei quattro principali clan del Paese e la metà alle minoranze.
A differenza della precedente tornata elettorale conclusasi nell’agosto del 2012, in cui 135 Helders nominavano i parlamentari che a loro volta hanno eletto il loro Presidente e, quindi, il Presidente della Repubblica Federale somala, questa volta i grandi elettori, nominati dai 135 Saggi, sono 14.025 e sono chiamati a designare 275 deputati. Il calendario delle elezioni, slittato per la quinta volta nei giorni scorsi, prevede la conclusione del ciclo il prossimo 28 dicembre.
Il percorso elettorale è stato però molto accidentato e si parla diffusamente di brogli, uccisioni e intimidazioni dei candidati e delle candidate (cui la Costituzione provvisoria riserva una quota rosa del 30%) nonché della compravendita dei seggi i cui prezzi sono arrivati sino ad un milione e mezzo di dollari l’uno. È di oggi l’intervento di Michael Keating, Rappresentante speciale per la Somalia del Segretario Generale dell’ONU, per stigmatizzare l’elezione di due candidati – entrambi già squalificati dalle liste elettorali per gli abusi commessi con versamento di sangue – nella Regione di Hirshabelle, neocreata dal Presidente Hassan Sheikh Mohamud nonostante egli sia decaduto dalla carica alla scadenza legale del suo mandato nell’agosto scorso e si sia rifiutato di trasferire i poteri al Presidente del Parlamento Mohamed Sheikh Osman Jawari come previsto dalla Costituzione.