Governo. Le soluzioni (im)possibili

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Il futuro che abbiamo di fronte è tutto sommato meno difficile di quel che appare a prima vista. Le soluzioni  che il presidente del Consiglio uscente Matteo Renzi ha proposto ieri sera al capo dello Stato sono tutte e due impercorribili. La prima è un “governo di responsabilità” aperto a tutti che, insieme al PD, devono assumersi la responsabilità di far uscire il Paese da questa impasse. In teoria è una buona formula. Presuppone appunto la presa in carico dei problemi del Paese che vengono prima dei destini dei leader e la ricerca di soluzioni credibili e condivise nell’interesse dei cittadini-elettori. In pratica l’ennesimo “proiettile d’argento” sparato nel buio di una notte repubblicana, senza preoccuparsi di salvare l’Italia, allora si trasforma nel suo contrario. Una proposta irresponsabile perché palesemente impercorribile: il mucchio selvaggio entro il quale ci dovrebbero essere anche i Cinque Stelle notoriamente indisponibili a qualunque “contaminazione”.

Dunque a cosa servirebbe se non ad essere respinta dal Quirinale? C’è solo un’altra possibilità , che “governo di responsabilità significhi Grande coalizione con Berlusconi. L’ipotesi è improbabile per quel che vale, l’ex cavaliere si è già chiamato fuori. Ma soprattutto è inaccettabile dopo aver tuonato da un anno contro gli inciuci. Renzi non può riproporre un Nazareno 4.0 senza perdere la faccia e la dignità.

La seconda proposta è impercorribile perché questa crisi sconta una doppia anomalia. Non nasce da una caduta della maggioranza e non prevede la possibilità di scioglimento immediato delle Camere (come sostiene il presidente Mattarella è realmente inconcepibile votare con due sistemi elettorali diversi tra i due rami del parlamento tra i due rami del parlamento), pena il passaggio tra i due rami del parlamento se non a essere respinta dal Quirinale.

In realtà Renzi dice: “Noi non abbiamo paura di niente e di nessuno”. Forse pensa a un Renzi bis con la stessa maggioranza per portare il Paese al voto in primavera e essere protagonista degli incontri internazionali previsti nel 2017 in modo da poter arrivare alla fine della legislatura e portare il Paese a nuove elezioni se qualcuno lo chiederà. Ma ci vuole una legge elettorale che ancora manca e che valga con le opportune differenze per la Camera e per il Senato. E ce n’è una pronta da molti anni ed è quella che Sartori definì il Mattarellum  e basta una legge di una riga per farla rivivere. Se si vuole e lo stesso Renzi non ha obiezioni.


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