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Cresce la spesa militare nel Mondo

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Il 2016 ha fatto segnare in tutto il mondo un aumento delle spese militari che hanno toccato quota 1570 miliardi di dollari.

L’Osservatore Romano

Il 2016 ha fatto segnare in tutto il mondo un aumento delle spese militari che hanno toccato quota 1570 miliardi di dollari. A incrementare maggiormente i budget per la difesa nell’anno che si sta chiudendo — secondo quanto emerge dal rapporto annuale della Information handling services (Ihs Markit) con base a Londra — sono i paesi asiatici e quelli baltici, mentre Stati Uniti ed Europa fanno segnare un leggero aumento. Al primo posto nel mondo nelle spese militari si attestano gli Stati Uniti (con 622 miliardi), seguiti da Cina (191,8 miliardi), Regno Unito (53,8), India (50,6), che dal sesto posto sale al quarto (scalzando la Russia), e dall’Arabia Saudita (48,6). Il rapporto — del quale dà conto in esclusiva il settimanale francese «Le Point» — ha passato in rassegna i budget per la difesa di 105 paesi, che coprono il 99 per cento delle spese militari mondiali. E secondo gli analisti di Ihs Markit, il 2016 «segna l’inizio di un decennio di crescita delle spese militari».

In Europa — secondo il rapporto — si registra una leggera progressione delle spese, e la classifica vede il Regno Unito al terzo posto nel mondo con 53,8 miliardi di dollari, la Francia settima con 44,3 miliardi e la Germania al nono posto, con 35,8 miliardi. Le spese totali dei paesi Nato registrano un aumento per la prima volta dal 2010. Complessivamente i paesi dell’unione europea raggiungono i 219 miliardi di dollari, pari a poco più di un terzo del budget americano e a poco più di quello della Cina. Questa situazione però, secondo gli analisi non durerà per molto perché «gli stanziamenti militari della Cina raggiungeranno quelli della Ue entro il 2020».

A registrare un aumento esponenziale, secondo gli esperti, saranno anche i paesi baltici. Dopo la crisi in Ucraina, gli acquisti in equipaggiamento militare sono raddoppiati e l’andamento continuerà nei prossimi due anni.

Fonte: www.osservatoreromano.va/it

Da perlapace


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