Per la prima volta, quindi, Se non ora quando – Libere e SNOQ Factory diventano due realtà. Ci divide l’atteggiamento verso le istituzioni, più dialogante il nostro e più antagonista il loro, l’ottica con cui vogliamo affrontare la violenza sulle donne, la scelta di considerare centrale la maternità, il confine da segnare ai diritti individuali.
[Prosegue dalla 5° Puntata: da uno due, Libere e Factory] La speranza di restare unite che ci ha sostenuto molto a lungo ci spinge a concentrarci sulla creazione di una struttura organizzativa, ma anche qui ci ritroviamo con due distinte proposte. Quella del gruppo che sarebbe diventato SNOQ Factory più burocratica e complicata prevedeva un’assemblea generale con comitati territoriali e tematici, un coordinamento nazionale da rinnovarsi periodicamente, un gruppo addetto alla comunicazione e lo scioglimento del Comitato Promotore Nazionale in queste nuove strutture. L’altro, quello firmato dal gruppo che sarebbe diventato Se non ora quando – Libere, partiva dall’idea che una eccessiva istituzionalizzazione non rispondeva al carattere trasversale del movimento e per questo proponeva una rete aperta che potesse dialogare su una piattaforma digitale per lo scambio di flussi informativi: la leadership sarebbe derivata dall’autorevolezza delle proposte e delle azioni. Passa la prima proposta ma per il momento si forma solo un coordinamento nazionale dei comitati e resta in vita, per gestire la comunicazione, una parte del Comitato Promotore Nazionale… Continua su cheliberta