Di Pino Salerno
A scrutinio quasi ormai terminato, la situazione è la seguente: Trump ha ottenuto un risultato parziale di 288 grandi elettori, superando abbondantemente la soglia dei 270 che costituiscono la maggioranza per l’elezione del presidente il prossimo 19 dicembre, e il 47.9% dei voti popolari pari a 57,733,140. Hillary Clinton ha ottenuto invece un risultato parziale di 215 grandi elettori e il 47,3% dei voti popolari pari a 57,056,137. Poiché i grandi elettori sono complessivamente 538, restano da assegnare 35 seggi, ininfluenti sul piano del risultato.
In virtù di queste certezze, giunte al termine dello scrutinio dei cosiddetti Stati chiave, Donald Trump ha tenuto il suo primo discorso da presidente dinanzi alla folla dei suoi sostenitori, quando in Italia erano passate le nove del mattino di uno storico mercoledì 9 novembre 2016. “E’ giunto il momento di cicatrizzare le ferite, il popolo americano è uno solo e dobbiamo essere uniti. A tutti i repubblicani e democratici e indipendenti nel Paese, io dico è arrivato il momento di essere un popolo unito. Lo prometto a tutti i cittadini del Paese. Sarò il presidente di tutti gli americani e questo è estremamente importante per me”. Affiancato dall’uomo che sarà il suo vice, il governatore dell’Indiana Mike Pence – che poco prima lo aveva introdotto parlando di “una notte storica” e ringraziando gli americani per la fiducia accordata – Trump ha fatto presente che Clinton lo ha chiamato per ammettere la sconfitta. E dopo settimane e mesi in cui l’aveva chiamata ‘crooked Hillary’, la ‘corrotta’, e ‘nasty woman’, ‘donna cattiva’, ha avuto toni decisamente più concilianti: “Hillary ha lavorato a lungo e duramente per tanto tempo. E ho nei suoi confronti un debito di gratitudine per il suo servizio al Paese. Lo penso davvero”. Poi ha confermato il suo slogan della campagna elettorale, promettendo di rendere grande di nuovo l’America. Chi lo ha portato alla Casa Bianca “è un movimento composto da americani di ogni razza, religione, ideali, che si aspettano che il governo sia al servizio della gente e sarà veramente così”, ha assicurato. Inoltre, ha voluto rassicurare il mondo su come sarà la sua presidenza: “Voglio dire alla comunità internazionale che se metteremo sempre in primo piano gli interessi americani, tratteremo tutti con equità. Non c’è nessuna sfida che possa mettere in pericolo il nostro futuro. Dobbiamo riprenderci il nostro destino, abbiamo tanti sogni per il nostro paese, sogni di successo. Ma cercheremo dialogo, non ostilità”.
“Il nostro Paese non sarà secondo a nessuno” ha proseguito e ha assicurato, “ricostruiremo tutto”. “Ho trascorso tutta la mia vita nell’imprenditoria e ho cercato di potenziare nuovi progetti. Adesso lo farò per il mio Paese, che ha potenzialità incredibili, ogni americano avrà le sue chance e tutti quelli che sono stati dimenticati in passato non lo saranno piu’”, ha scandito. Trump ha promesso “un progetto nazionale di rinnovamento”, preannunciando che raccoglierà le menti “migliori e più brillanti”. “Raddoppieremo la nostra crescita e avremo l’economia più forte del mondo”, ha assicurato. “Vi prometto che non vi deluderò, faremo un lavoro eccellente”. “Spero che alla fine dei 4 anni, e forse anche 8 anni, direte che veramente valeva la pena lavorare per questo e che sarete orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. La campagna è terminata ma il nostro lavoro è appena all’inizio”. Quanto al fronte internazionale, Trump ha assicurato che vuole “buoni rapporti con l’estero” e che sara’ “giusto con tutti i popoli e le nazioni”.
Le prime reazioni internazionali: l’applauso della Duma russa e le congratulazioni di Putin
Hillary Clinton concede la vittoria a Donald Trump e nella Duma, la camera bassa del parlamento russo, scattano gli applausi fragorosi dei deputati. Il presidente della camera, Vyacheslav Volodin, ha detto di sperare ora in un dialogo più costruttivo tra Usa e Russia. “Le attuali relazioni russo-americane non possono essere chiamate amichevoli: speriamo che si possa instaurare un dialogo più costruttivo tra i due paesi quando il nuovo presidente si sarà insediato”, ha detto Volodin citato dalla Tass. “Il parlamento russo accoglie e sostiene qualsiasi iniziativa in questo senso”. Vladimir Putin è forse il primo leader mondiale che si “congratula” con Donald Trump per la vittoria e si augura che i “rapporti russo-americani possano uscire dalla crisi”. Il presidente russo – che ha inviato un telegramma al nuovo presidente Usa – si dice “sicuro” che il dialogo fra Mosca e Washington, basati sul rispetto reciproco, rispondano “agli interessi dei due paesi”. Lo fa sapere il Cremlino citato dalla Tass.
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: “Trump portabandiera delle angosce e delle paure di milioni di americani”
“Le relazioni tra Unione europea e Stati Uniti sono un elemento chiave della stabilità globale. L’Ue è decisa a mantenere queste relazioni, e ci auguriamo che lo sia anche il nuovo presidente statunitense”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, a proposito dell’elezione del candidato repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Nel fare le sue congratulazioni al nuovo inquilino della Casa Bianca, Schulz rileva che Trump “è riuscito a diventare il portabandiera dell’angoscia e delle paure di milioni di americani”. Adesso “queste preoccupazioni devono essere affrontate con politiche e proposte credibili”. Anche perché, continua il presidente del Parlamento europeo, “la maggior parte delle questioni relative alla prospettiva esterna della futura presidenza Trump sono ancora senza risposta. Dalla Siria all’Iraq, dall’Ucraina alla Libia, il ruolo di Trump nella diplomazia e deal-making sará testato fin dal primo giorno e richiederà il giusto mix di responsabilità, moderazione e leadership”.
L’esplosione di felicità del premier ungherese Orbàn, campione dell’ultradestra europea
Il primo ministro ungherese, il nazionalista dell’ultradestra xenofoba, Viktor Orbàn esplode di gioia alla notizia della vittoria di Donald Trump e scrive sulla sua pagina Facebook: “Che buona notizia! la democrazia è viva”. Nel corso della campagna elettorale, Orbàn era stato l’unico leader europeo ad aver espresso il suo appoggio al candidato repubblicano, sostenendo che “la politica estera del Partito democratico americano è pessima per la UE e mortale per l’Ungheria. Invece, la politica estera e per i migranti dei repubblicani e del candidato Trump è ottima per la Ue, e per l’Ungheria significa la vita”.
Le prime reazioni in Italia: Salvini si rallegra; Gentiloni prudente
“Trump non è matto. Ce lo hanno dipinto come maniaco sessuale e invece evidentemente rappresenta gli americani. Da candidato faceva un certo tipo di discosi, ora naturalmente ha fatto un discorso da presidente”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, al Forum con l’Agi in diretta web. “Incredibile che Renzi si sia schierato per la Clinton – ha aggiunto – sarei curioso ora di sentire la telefonata di Renzi a Trump… Io non gli risponderei”.
“Non cambieremo i fondamenti della nostra politica estera e collaboreremo con gli Stati Uniti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Radio Anch’io, rispondendo ad una domanda sulle possibile preoccupazioni dell’Europa per la vittoria di Donald Trump negli Usa. “L’Europa dovra’ fare la sua parte, noi come governo italiano abbiamo puntato sulla collaborazione internazionale, l’apertura al commercio, il rifiuto di chiusure e egoismi, e su questa linea andremo avanti, con tutta l’intenzione di collaborare con gli Stati Uniti”, come negli ultimi 70 anni, ha spiegato Gentiloni. Allo stesso tempo, bisogna avere “comprensione delle difficolta’ economiche” che hanno messo in difficolta’ “una parte dei cittadini americani” e che hanno concorso alla vittoria di Trump.
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