E’ in atto uno scisma di valori. Da una parte Trump, dall’altra papa Francesco. Due faglie d pensiero che spaccano in due l’Occidente cristiano e benestante. Il magnate che indica nei poveri il pericolo maggiore della classe media incattivita dalla crisi; il pontefice, che non si stanca di accoglierli, come il vero centro dell’attività della Chiesa. Il neo-presidente, che vuole erigere un muro, per poi cacciare chi sta dentro illegalmente; Francesco, che parla di ponti, accoglienza, persino di perdono per i detenuti ravveduti.
Mai la politica si era distaccata così nettamente dalla religione che ha plasmato l’Europa e l’America. Mai la finanza della speculazione si era distaccata così nettamente dall’economia del lavoro. Mai i ricchi avevano dichiarato un’avversione così frontale verso i poveri, arruolando la classe media nella loro cacciata dall’eden del capitalismo. Trovare un capro espiatorio è la prima preoccupazione di un dittatore. Non è colpa nostra, è colpa loro, è il messaggio che assolve tutti, meno quelli che condanna.
Mentre papa Francesco chiude il Giubileo della Misericordia, Trump apre il suo mandato della criminalizzazione della povertà.
L’ambiguità verso gli ultimi non sarà più consentita. Dovremo schierarci: o a favore delle giustizia sociale o a favore dei privilegi. L’Occidente è in bilico. E ognuno di noi può fare la differenza con il proprio schieramento
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