Lo scorso 3 novembre, Amnesty International ha pubblicato il rapporto “Hotspot Italia: come le politiche dell’Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti”, in cui denunciava gli episodi di violenza, detenzione arbitraria e illegalità che da tempo si registrano nel sistema italiano di identificazione e accoglienza.
Basandosi su un accurato lavoro di raccolta di testimonianze, i ricercatori hanno tratteggiato un quadro di sistematica violazione di principi costituzionali e convenzioni internazionali, segnalando anche casi di tortura.
Anziché suscitare una pronta reazione istituzionale volta a verificare la realtà dei fatti e individuare le eventuali responsabilità, la denuncia di Amnesty è stata accolta con sprezzante alterigia (“cretinaggini” e “falsità” “costruite a Londra”) e minacce di denuncia.
Il generale clima di isolamento e l’attacco alla credibilità di Amnesty e alle sue modalità di ricerca, comprovate da anni in tutto il mondo, ci hanno spinto a lanciare un appello per far quadrato attorno alla storica organizzazione internazionale per i diritti umani e per chiedere un’indagine indipendente.
L’appello, dapprima rivolto alle ong e alle associazioni, ha visto convergere forze politiche e sindacali, realtà di movimento e di sostegno e tutela dei migranti, laiche e religiose, a cui si sono uniti avvocati, giornalisti, attivisti, uomini e donne di cultura, europarlamentari di diversi Paesi e gruppi politici, che vogliono esprimere gratitudine per l’insostituibile lavoro di tutela dei diritti svolto da Amnesty e preoccupazione per pressioni che potrebbero intaccare l’indipendenza del lavoro degli osservatori delle ong e della società civile.
Continuano a giungerci adesioni, sia di associazioni, ong, forze sociali e politiche, sia di semplici cittadini.
Aggiorneremo quotidianamente l’elenco.
ADIF (Associazione Diritti e Frontiere)
Campagna LasciateCIEntrare
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