Lunedì 7 novembre, dalle 10 alle 12.30, presso l’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, a Palermo, si terrà un dibattito sul Referendum del prossimo 4 dicembre. A discutere le ragioni del Sì e del No saranno Pierluigi Bersani, deputato Pd, e Giuseppe Verde, costituzionalista. Nel dibattito il Centro Studi Pio La Torre si propone di approfondire i contenuti del Referendum del 4 dicembre e il contesto di una crisi ormai trentennale della democrazia parlamentare italiana. Andiamo verso una Terza Repubblica? Si riuscirà a recuperare il distacco sempre più marcato tra politica e paese reale? Le attuali proposte di modifiche della seconda parte della Costituzione, quella ordinativa, incideranno sulla tutela dei diritti e dei valori enunciati nella prima parte? Il confronto, tra posizioni diverse rappresentate da due illustri protagonisti come Pierluigi Bersani, politico, e il prof. Giuseppe Verde, costituzionalista, sarà a tutto campo con i cittadini, e, soprattutto, con i giovani studenti universitari e medi, futuro del paese. Avranno possibilità di intervenire e di essere interpellati in diretta tramite un’app informatica i cui risultati saranno commentati in sala.
Il Centro La Torre, non esprime, ufficialmente, una propria posizione a favore di una delle opzioni come hanno fatto altre organizzazioni. Non per indifferenza, ma per rispetto delle posizioni dei propri soci e sostenitori. Proprio per questo motivo esso è impegnato a far chiarezza sui contenuti del Referendum confermativo del prossimo 4 dicembre della proposta di revisione della Costituzione del 1948, successiva all’altra avanzata dal Centrodestra, anch’essa votata a maggioranza, bocciata nel referendum del 2006.
Da oltre trent’anni la classe politica del paese si cimenta con l’urgenza di adeguamento della parte strumentale della Costituzione e, con leggi ordinarie, del sistema elettorale, basta ricordare:
– la prima Commissione bicamerale presieduta dal liberale Bozzi nel 1983;
– l’introduzione del sistema maggioritario nel 1993 dopo il referendum abrogativo sulle preferenze;
– la seconda Commissione bicamerale presieduta dal 1992 al 1994 da De Mita
– la terza del 1997-1998 presieduta da D’Alema;
– la proposta dei 4 saggi del centrodestra di Lorenzago nel 2003 che ha generato un’altra modifica costituzionale di maggioranza abrogata (come già detto) dal Referendum del 2006;
– il varo della legge elettorale del 2005 definita “Porcellum” (titolo molto esplicativo) , voluta dal centrodestra, ma non abrogata dal centrosinistra, succeduto al governo del paese nel 2006/2008.
In tutta questa ormai lunga fase abbiamo assistito:
- al calo della partecipazione popolare al voto;
- alla crescita della sfiducia verso le istituzioni democratiche;
- alla scomparsa dei partiti di massa cresciuti nel secondo dopoguerra repubblicano;
- alla ricomparsa del populismo nelle forme mediatiche e globali accentuate dal fallimento delle politiche cosiddette neoliberiste con la tragica conseguenza della smisurata crescita delle diseguaglianze all’interno del pianeta e di ogni paese, anche sviluppato.
Tutto ciò impone, dunque, un adeguamento degli strumenti istituzionali, delle politiche sociali, economiche e, soprattutto, della capacità ed eticità della classe dirigente politica, economica, sociale, istituzionale, del paese.
Il Centro La Torre non si lascia trascinare dalla polemica politica, sui risultati infernali o paradisiaci del Referendum secondo la prevalenza dell’una o dell’altra opzione né si lascia abbacinare dalla personalizzazione o dagli schieramenti trasversali pro o antigoverno. Esercita il suo ruolo di luogo di incontro e confronto dialettico per approfondire le conoscenze e fornire argomenti a tutti per una decisione consapevole e non impulsiva.
Ai nostri relatori porremo anche domande relativamente alla crescita o diminuzione della centralità del Parlamento e della partecipazione popolare. Non bisogna dimenticare che dal 1946 fino agli anni ’80 votava quasi il 90% degli elettori, dagli anni ’80 all’ultima elezione si è arrivati sotto il 52%. Si dice siamo nella media europea, ma intanto sono cresciuti, alimentati dalla diffusione della povertà e della corruzione, i populismi, mentre le forze tradizionali, sia conservatrici che progressiste e di sinistra, sembrano incapaci di contenere il fenomeno. C’è da temere per gli ordinamenti democratici che ci hanno assicurato la pace in Europa in questi settant’anni dall’ultima guerra mondiale? Sono tanti gli interrogativi che preoccupano i cittadini, pertanto rispondere, con precisione e serietà è l’obiettivo che porremo a Pierluigi Bersani e Giuseppe Verde e a tutti gli altri che interverranno.