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Profughi: bambini e donne incinte fra le vittime dei due naufragi di mercoledì

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I media non ne parlano già più oppure relegano gli sviluppi tragici della notizia negli spazi più interni. Eppure è successo appena mercoledì scorso: ci sono tanti bambini e donne in gravidanza fra i 240 profughi e migranti che hanno perso la vita al largo delle coste libiche, nel tentativo di raggiungere quelle italiane. L’Unicef sottolinea l’enormità della strage, così come ha fatto EveryOne Group, indicando le gravi responsabilità delle istituzioni, anche italiane, che fanno accordi con i paesi delle coste nordafricane per reprimere e respingere i profughi, ma non stringono alcun accordo per organizzare un piano di monitoraggio e soccorso nel tratto di mare interessato dai viaggi della speranza. I principali quotidiani, che sono voci delle istituzioni, preferiscono dedicare i titoli di oggi ai sopravvissuti, definendoli “salvati”, per mettere in buona luce un governo, quello italiano, che non fa nulla – complice l’Unione europea – per proteggere l’umanità disperata che fugge da guerre e calamità che sono in corso in Africa.

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