“Potrei essere io”, la campagna per dire no alla violenza sulle donne

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WeWorld lancia la campagna nazionale di sensibilizzazione #potreiessereio, coinvolti volti noti del mondo dello spettacolo e dello sport. Sui treni che viaggiano da nord a sud verrà trasmesso uno spot e distribuito materiale informativo

ROMA – “Potrei essere io”. È questo il motto della campagna della onlus WeWorld contro la violenza sulle donne. L’iniziativa ha trovato l’appoggio di personaggi del mondo dello sport, del cinema e dello spettacolo: da Rossella Brescia a Tosca D’Aquino, da Gabriella Pession a Giulia Bevilacqua, da Elisa di Francisca a Giulia Elettra Gorietti, da Regina Baresi a Carolina Crescentini, da Lucrezia Lante della Rovere a Francesca Senette e a Christiane Filangeri. Hanno tutte prestato il loro volto per un progetto fotografico e per uno spot che verrà trasmesso sui monitor dei treni delle Ferrovie dello Stato. Dal 23 al 30 novembre, inoltre, verrà distribuito sui Frecciarossa e negli help center di stazione il vademecum di WeWorld contro la violenza sulle donne.

“Attraverso la diffusione del video e delle locandine raggiungeremo tutti i viaggiatori, uomini e donne, che utilizzano i treni”, ha affermato Carlotta Ventura delle Ferrovie dello Stato. “Inoltre, nei nostri help center presenti nelle stazioni italiane vengono formati operatori specializzati per accogliere le donne”.

I dati. Secondo l’Istat 6 milioni e 788 mila donne durante la loro vita hanno subito qualche forma di violenza fisica, mentre sono 652 mila le vittime di stupro. La violenza contro le donne secondo la ricerca “Quanto costa il silenzio” del 2013 ha un costo per le casse dello Stato di 17 miliardi di euro, in cui rientrano le spese per i servizi di sicurezza, giustizia, sanità, servizi sociali e psicologici, senza contare i costi per le conseguenze subite dalle vittime sul piano lavorativo, psico-sociale e familiari. La spesa sanitaria ammonta, invece, a 460 milioni euro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo la violenza è una causa di morte e di disabilità per le donne grave quanto il cancro.

Da redattoresociale


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