Siamo alle comiche. Dalle allucinazioni alle comiche.
Non si può dire che il viaggio del presidente Mattarella in Israele sia avvenuto sotto una buona stella (il richiamo all’astrologia in questo caso appare più che appropriato): prima l’Unesco approva una risoluzione che fa allucinare il presidente Renzi, poi si rischia un serio incidente diplomatico tra Israele e Italia tanto che il viaggio presidenziale resta in bilico per un po’.
Non perché l’Italia abbia improvvisamente scoperto che Israele a partire dal 1967 ha ricevuto dall’Onu ben 87 Risoluzioni di condanna, che dichiarano illegale la occupazione dei Territori Palestinesi ed intimano ad Israele di ritirarsi da essi. E neppure perché, avendo l ’ONU con la risoluzione 476/80 condannato Israele per l’arbitraria annessione di Gerusalemme Est, il governo italiano si sia accorto che potrebbe essere disdicevole che il Presidente della Repubblica andasse proprio a Gerusalemme. NO! Per qualcosa di ben più grave: un viceministro israeliano, di nome Ayooub Kara, che deve essere bene introdotto negli ambienti dell’al di là e può fare a meno di consultare i geologi di cui, in forza dei livelli altissimi che il suo paese ha raggiunto in campo scientifico e tecnologico, potrebbe disporre facilmente, ha rivelato che il terremoto che ha devastato l’Italia Centrale è nientemeno che una punizione divina per l’astensione dell’ambasciatore italiano all’Unesco su di una risoluzione che, essendo rivolta a salvaguardare il patrimonio culturale della Palestina e di Gerusalemme Est, cita monumenti e località con i nomi palestinesi e non con quelli ebraici come vorrebbe Israele.
Di fronte ad un’ affermazione così grave l’Italia aveva tre possibilità: rivolgersi a san Gennaro, che come è noto ferma le lave vulcaniche ed impedisce i terremoti; oppure, più modestamente, invocare lo spirito di Antonio de Curtis, in arte Totò, che, con bombetta sul capo ed agitando una “buatta” fumante d’incenso, potrebbe pronunziare la sua nota e potentissima scaramantica formula contro il malaugurio; o infine, prosaicamente, pretendere le scuse formali dell’Esecutivo del “paese amico”. L’Italia ha scelto la terza strada e Israele si è affrettato a scusarsi.
Messe le cose a posto, all’Italia resta però un problema di non facile soluzione: a quale destinazione assegnare il proprio ambasciatore all’Unesco? Va rimosso infatti questo sconsiderato che si è astenuto sulla Risoluzione incriminata, invece di comportarsi come il suo omologo che a nome dell’Italia ha votato contro l’istituzione di una conferenza delle Nazioni Unite che a partire dal marzo del prossimo anno dovrà negoziare uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”.
Ma a quale incarico si può destinare un diplomatico così pericoloso, capace di mandare fuori dai gangheri anche il buon Dio? Sono certamente sconsigliabili paesi in possesso di arsenali nucleari, non sapendo fin dove può arrivare l’ira divina.
Nessun problema invece per Israele, che è stato rassicurato dal nostro Presidente che l’Italia non solo sarebbe al suo fianco se qualcuno volesse attentare al suo diritto di esistere, ma che è anche contraria al boicottaggio dei suoi prodotti, unica forma di lotta non violenta di cui dispongono i Palestinesi per provare a contrastare la politica coloniale della “potenza occupante”. Come se ci fosse qualcuno in grado di attentare al diritto di esistere di Israele e non fosse questo a non consentire la nascita dello Stato Palestinese! Tradotto in termini pratici, ciò vuol dire che i Palestinesi devono rimanere buoni e tranquilli sotto occupazione e sotto assedio, senza ricorrere nemmeno all’unica forma di lotta non violenta di qualche efficacia. Insomma, occupati e “mazziati”.
Stupisce che in Italia non ci si accorga che il fanatismo e la superstizione di cui ha dato prova il viceministro Ayooub Kara costituiscono la piattaforma con la quale il sionismo fa proseliti. E’ la medesima piattaforma dell’integralismo islamico che l’Occidente combatte anche con missili e bombe. Chissà perché quando si manifesta non come degenerazione dell’Islamismo ma dell’Ebraismo, invece di contrastarlo lo si difende persino dalla Campagna Internazionale di Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni. Anzi si addita Israele <con la sua democrazia così forte e vitale>, come <modello per tutta la regione>, quasi che ad uno Stato per essere democratico bastasse convocare periodicamente i comizi elettorali e come se disattendere da cinquant’anni le ingiunzioni dell’ONU fosse un esempio da seguire.
Il Presidente Mattarella, però, come riporta La Stampa di Torino, ha anche manifestato <“preoccupazione” per il perdurante stallo nel processo di pace israelo-palestinese che mette in serio pericolo la soluzione di due Stati per due popoli. Uno stallo che rischia di produrre “nuove fasi di radicalizzazione di carattere etnico e religioso”> . Evidentemente si ignora che la soluzione di due Stati per due popoli al momento sia resa impossibile da 262 tra colonie ed avamposti israeliani, abitati da circa 700.000 coloni, che si sono insediati nei Territori Palestinesi Occupati con la benevola distrazione dell’Occidente e della stessa Italia; e si ignora anche che tali insediamenti sono classificati crimini di guerra dallo Statuto della Corte Penale Internazionale che non a caso Israele non ha firmato; si ignora pure che l’ambasciatore israeliano Ilan Baruch si è dimesso, abbandonando la diplomazia del suo paese, con una lettera con la quale ha contestato Netanjahu appunto per aver tradito la politica dei due Stati. Si ignora infine che l’esistenza delle colonie ed il diritto dei profughi al ritorno, sancito dall’ONU, sono tra i motivi principali per i quali il governo israeliano non riprende le trattative.
C’è da ridere o da piangere? Dipende dai caratteri. Se c’è un’altra possibilità ed è lecito indignarsi io m’indigno. Non serve gran che? Pazienza: si fa quel che si può. Ma se fossimo in tanti ad indignarci qualcosa si otterrebbe. Quanto meno sarebbe più difficile nascondere la verità.