Se una persona sovrappeso vuole dimagrire, cerca di ridurre il grasso superfluo, ma non si taglia un braccio. Se i fautori del sì avessero voluto diminuire i costi della politica, avrebbero dovuto abbassare gli stipendi di tutti parlamentari, non amputare il Senato.
Voto NO, perché queste modifiche della Costituzione sono scritte male. E peggiorano la lunghezza della formazione delle leggi. Quando non è chiara la definizione delle procedure – come nella riscrittura dei compiti delle due Camere – si creano le condizioni per migliaia di ricorsi alla Consulta. Un esempio di questo pressapochismo? Il nuovo art. 70 dice che il bicameralismo rimane per le leggi che decidono “le funzioni fondamentali dei Comuni”. Chi decide quando una funzione è “fondamentale”? Solo un ricorso alla Consulta.
No, non possiamo far entrare la vaghezza nella Costituzione, solo per amor di cambiamento. Se il cambiamento peggiora le cose, va contrastato, a costo di essere accusati di conservatorismo. Già di confusione ne abbiamo troppa. Ci manca solo che entri nell’unico Documento che ne era rimasto immune, grazie alla cultura dei costituenti.
Se la scampiamo con la vittoria del NO, dobbiamo tenere a mente un’altra lezione importante. La Carta va modificata con attenzione e moderazione. Non voterò mai sì ad una proposta di cambiamento, che superi due-tre articoli. I grossisti delle modifiche costituzionali (47 articoli!) non sono riformatori, ma sabotatori.
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