Si chiama Stop funding hate la campagna lanciata via social e su change.org per chiedere alle aziende di non pubblicare su Daily Express e Virgin Media la propria pubblicità in quanto si tratta di realtà editoriali che promuovono e diffondono l’odio
Troncando il rapporto professionale che la legava al Daily Mail, la Lego è stata la prima grande compagnia ad appoggiare concretamente la campagna Stop Funding Hate, schierandosi dalla parte di chi contrasta articoli e contenuti d’odio. L’azienda produttrice di giocattoli danese svedese ha deciso che i suoi profitti non debbano finanziare l’hate speech e l’ha comunicato così ai clienti:
@StopFundingHate We have finished the agreement with The Daily Mail and are not planning any future promotional activity with the newspaper
— LEGO (@LEGO_Group) 12 novembre 2016
Inoltre secondo quanto riportato dal The Indipendent, il portavoce della Lego Roar Rude Trangbaek ha dichiarato:
Siamo onorati di vedere come i nostri clienti nel mondo siano attenti alla nostra compagnia e al nostro marchio. L’accordo con il Daily Mail è terminato e non abbiamo nei piani di continuare alcuna attività promozionale con il giornale nel prossimo futuro.
La campagna Stop Funding Hate
La campagna intende contrastare la cultura dell’odio «che avvelena i nostri discorsi politici». Il dibattito era iniziato da una comunità online preoccupata dall’impennata dell’hate speech nei media durante il referendum per la Brexit, a giugno 2016. Tuttavia, nell’arco di pochi giorni Stop funding hate si è trasformata in una grande campagna con oltre 40.000 persone che hanno firmato la petizione affinché Virgin Media ritirasse la sua pubblicità dal Sun.
La consapevolezza dell’importanza di una campagna di questo tipo trova conferma anche dalla commissione per i diritti umani dell’Onu che sottolineato come «il violento attacco verbale verso i rifugiati e i richiedenti asilo nella stampa britannica, faccia seguito a decenni di ripetute e incontrollate azioni contro gli stranieri, tendenti a diffondere informazioni errate e distorte».
Le petizioni lanciate su change.org sono diventate immediatamente virali, come rilevato dalla BBC:
The Daily Mail, The Sun e The Express sono queste realtà l’obiettivo di una campagna che spera di cambiare la copertura “inappropriata” da parte dei tabloid. La pagina Facebook Stop funding hate è stata creata meno di due settimane e ha avuto subito circa 70.000 sostenitori online. Un video che ribadiva la necessità di bloccare la pubblicità su testate quali The Daily Mail, The Sun e The Express è stato condiviso oltre 140.000 volte in 10 giorni.
E per l’arrivo del natale la campagna #StopFundingHate ha condiviso un video ad hoc per le festività. Ben vengano i regali di natale e le palline colorate sugli alberi: «ma una volta che le decorazioni sono state tolte dagli alberi, ogni cosa cambia, e milioni di sterline che abbiamo speso a natale a John Lewis, Sainsbury’s, Waitrose and M&S, sono usate per comprare pubblicità su giornali che diffondono un altro messaggio, che dice che alcuni di noi sono diversi, che alcuni di noi sono solo un problema, un peso, una minaccia». L’auspicio per il nuovo anno è che i marchi, oltre a raccontarci una storia, la realizzassero, e conclude con una domanda: «e se i buoni propositi non fossero solo per natale?»
Per vedere il video clicca qui
La campagna è consultabile su Facebook e su Twitter